Al termine di una settimana di lavoro sulle pedane azere con le azzurre e gli azzurri della fossa olimpica (o trap), il commissario tecnico Marco Conti ha deciso gli ultimi nomi in vista del Mondiale di Baku.
Il training camp condotto la scorsa settimana sulle pedane di Baku (Azerbaigian) ha permesso di sciogliere la riserva sui nomi che difenderanno il tricolore al Mondiale di Baku, che si svolgerà dal 14 agosto al 1° settembre 2023. Il ct Marco Conti, appunto sulla base del responso del test, ha infatti formalizzato le convocazioni.
Resca e Palmitessa saranno titolari
In area maschile, dopo che Giovanni Pellielo e Massimo Fabbrizi avevano già ottenuto la designazione, sarà l’emiliano di Cento (Ferrara) Daniele Resca a scendere in pedana da titolare. In campo femminile, erano già state scelte Jessica Rossi e Silvana Stanco; i trial di Baku hanno poi promosso la pugliese di Monopoli (Bari) Maria Lucia Palmitessa.
Sono già due le carte olimpiche (il massimo possibile) in possesso del Trap femminile (le hanno conquistate Silvana Stanco nel 2022 e Jessica Rossi ai recentissimi EuroGames), una sola quella del trap maschile. Le decisioni al maschile sono dunque inevitabilmente condizionate dalla necessità di far gareggiare tre atleti nelle condizioni regolamentari per conquistare la carta olimpica che manca all’appello. Lo stesso atleta può infatti aggiudicarsi una sola card ed è per questo che risulta non designato per Baku Mauro De Filippis, brillante vincitore degli EuroGames e anche del primo pass ottenuto a Cracovia un mese fa ai Giochi Europei.
Il test dell’impianto
Nella comunicazione che Marco Conti ha indirizzato al Consiglio federale per ufficializzare i sei nomi del Mondiale di Baku, ha formulato il suo ringraziamento alla Federazione per aver offerto l’opportunità preziosissima di testare l’impianto in cui si svolgerà la competizione iridata. La lasciato anche intendere che trial di questo genere e accurate ricognizioni sui campi di gara degli appuntamenti più importanti andranno d’ora in poi a costituire un’abitudine da replicare per ottimizzare il lavoro non solo del commissario tecnico ma anche delle atlete e degli atleti.