Una strozzatura marcata non incide solo ed esclusivamente sulla densità della rosata, ma influenza anche la velocità dei pallini
Entrambi questi fattori dispiegheranno i loro vantaggi in termini di balistica lesionale direttamente sul selvatico: a parità di cartuccia, i pallini spinti attraverso una strozzatura marcata attingeranno la preda con una velocità e una concentrazione maggiore rispetto a una canna priva di strozzatura o con livelli minimi di restringimento in volata.
Le Gun Trial
Il fenomeno appena descritto non è certo nuovo e venne ampiamente dimostrato attraverso le prove di penetrazione che si avvicendarono in Inghilterra a partire dal 1874. Le Gun Trial (competizioni di tiro nelle quali concorrevano tutti i fabbricanti d’armi per dimostrare la superiorità delle loro canne lisce rispetto alla concorrenza) ne offrono una testimonianza diretta. A tali conclusioni giunse lo stesso William Wellington Greener, dopo aver rivoluzionato il rendimento balistico delle canne apponendovi la sua brillante e risolutiva interpretazione della strozzatura.
L’unico aggiornamento consiste nell’allungamento dei raccordi, introdotti da molti produttori nell’ultimo ventennio, in vista del sempre maggiore utilizzo di pallini in acciaio o dei più duri materiali alternativi al piombo. Allo scopo di valutare il livello di strozzatura bisogna sempre partire dalla conoscenza del valore di foratura della canna: è proprio a questo diametro che deve essere rapportato il grado di restringimento presente in volata. Sottraendo al diametro di foratura in asta, il diametro della canna in volata otterremo il valore di strozzatura espresso in millimetri. Questa differenza andrà poi rapportata al calibro poiché i valori di strozzatura (espressi in stelle o con altre denominazioni, di matrice americana o anglosassone, internazionalmente riconosciute) variano anche in base al calibro del fucile.
In principio fu la fisica
L’assunto in base al quale restringendo il diametro della canna in volata si otterrà un aumento della velocità dei pallini altro non è che l’applicazione diretta del principio studiato dal fisico Gian Battista Venturi (dal quale prende il nome) secondo cui la riduzione del diametro di un tubo con all’interno un fluido in movimento ne aumenta la velocità di scorrimento. Nell’ultimo secolo e mezzo molti autori si sono dedicati – con sperimentazioni sul campo – all’approfondimento di questo fenomeno anche in associazione a munizioni di moderna concezione al fine di valutare i vantaggi balistici dei componenti da ricarica che si sono avvicendati e perfezionati nel tempo. Il fenomeno è meno evidente con cartucce che utilizzano polveri vivaci, mentre si rende più marcato con propellenti dal più lento tenore combustivo. Tanto premesso, basterà concludere nel senso che quanto più lunga e strozzata sarà la canna tanto più avremo rosate concentrate e veloci.