Molti lettori – soprattutto quelli più giovani – ci chiedono quale sia la differenza tra porto e trasporto di armi. Vediamo di fornire una risposta, che può essere utile – come ripasso – anche ai più esperti
Uno dei concetti base per continuare a detenere tranquillamente le armi è proprio la differenza tra porto e trasporto. Oggi è molto facile perdere armi e porto d’armi per comportamenti appena scorretti o borderline. A ciò si aggiunge che, in alcuni ambiti, le questure assumono atteggiamenti molto severi contro chi detiene armi. Per semplificare il concetto diciamo che il fine è evitare che chi “trasporta” un’arma la possa usare in modo immediato; in tal caso (possibilità di uso immediato dell’arma) si configura il “porto”, che di fatto è vietato.
Nelle usuali circostanze, chi ha un porto d’armi può trasportare armi dal luogo di detenzione (di solito la propria abitazione) al poligono, al campo di tiro, verso una armeria, sul terreno di caccia, a casa di terze persone eccetera. In tali frangenti l’arma deve essere ovviamente scarica; ma questo non basta. L’arma va trasportata in un contenitore idoneo (valigetta, fodero, custodia) e le munizioni vanno anch’esse trasportate nella loro confezione originale o nelle scatolette in plastica per ciò costruite. Se il tragitto viene coperto in auto è opportuno che l’arma, o le armi, siano riposte nel bagagliaio.
Si possono usare anche altri mezzi (motociclo, bicicletta), al limite puoi raggiungere il luogo dove sarà usata anche a piedi, se vicino. Basta che, a un eventuale controllo, nessuno possa ragionevolmente contestare che l’arma sia nella “pronta disponibilità” di chi esegue il trasporto. La carenza di tale ultima circostanza, la pronta disponibilità, differenzia – quindi – il porto (vietato) dal trasporto (ammesso).