Il presidente Uits interviene nel dibattito scaturito dalla possibile introduzione del tiro a segno nei programmi scolastici.
Soprattutto nell’attività istituzionale l’esistenza di alcuni problemi è indiscutibile, ma è inaccettabile vedere maltrattato il tiro a segno dipinto come «un luogo di addestramento o, peggio, laboratorio di ideologie estreme e comportamenti instabili». Costantino Vespasiano, presidente dell’Uits, prende posizione nel dibattito legato all’eventuale introduzione degli sport di tiro delle scuole difendendone le prerogative.
Visto che il loro valore formativo non discutibile, scandalizzarsi per la loro eventuale presenza nei programmi scolastici «è frutto di preconcetti»; quello che alcuni dipingono «come uno sport pericoloso e destabilizzante per un giovane» è in realtà «una disciplina d’alto valore formativo». È lo stesso messaggio che nelle scorse ore Niccolò Campriani ha affidato a Repubblica e che Vespasiano rivela di aver preventivamente condiviso.
Di sicuro però gli sport di tiro devono migliorare la propria capacità di comunicazione. Per Vespasiano «dobbiamo di esser consci d’esser rimasti indietro; e proprio le vicende di questi ultimi giorni dimostrano che non possiamo permettercelo». È necessario migliorare «in ciò che ancora non funziona come dovrebbe» e diffondere nella società civile «la conoscenza della materia e del nostro mondo», ancora decisamente incompleta.
Leggi le news, gli approfondimenti legali e i test di armi e di munizioni sul portale web di Armi Magazine.