Si rischia che a breve il rilascio del porto d’armi per difesa personale sia utopia.
Questo breve commento va posto in relazione con quanto sta succedendo in molte prefetture e alla sentenza 822/2023 del Consiglio di Stato che s’è espresso sul porto d’armi per difesa personale. Che sia in atto la drastica diminuzione forzata su rilasci (ormai inesistenti) e rinnovi del porto di pistola è infatti dato pacifico e indiscutibile. Questo però sta subendo una drastica accelerazione; non ci vorranno molti anni per assistere alla definitiva abolizione di fatto di questa licenza. In passato abbiamo assistito a un dimezzamento delle licenze ogni dieci anni; numeri diffusi dal ministero, non visti su qualche sito complottista. Attualmente è minima e non significativa l’incidenza percentuale di questa licenza: appena l’1% del totale. Di questo passo ci avvicineremo presto allo zero.
Il Consiglio di Stato scrive che la prefettura non ha alcun onere probatorio da assolvere verso chi ha goduto in certi casi per decenni di questa licenza; è il trionfo assoluto e definitivo del «così è perché l’ho deciso io». Il primato della pubblica amministrazione contro il cittadino. Siamo in un terreno delicato, comprendo bene; ma anche i motivi di chi continua a domandare i rinnovi annuali lo sono. Oggi qualsiasi motivazione diventa insufficiente: attività nei corpi armati dello Stato con esposizione alla criminalità organizzata; maneggio quotidiano di ingenti somme di denaro; minacce ricevute; lavori a rischio. Niente giustifica più la facoltà di girare armato.
Molte prefetture infatti respingono puntualmente le istanze sostenendo che tale pericolo non è concreto o non è attuale; non è ben chiaro, a questo punto, in che cosa possa consistere il dimostrato bisogno che la legge richiede. Non è neppure chiaro cosa si dovrebbe dimostrare e soprattutto come.
Applicando il noto sistema della fetta di salame si è raggiunto ormai lo scopo (siamo molto vicini): eliminare un tipo di licenza di porto d’armi. Neppure l’attuale maggioranza, che non ha mai dimostrato un’evidente idiosincrasia contro i detentori di armi, sembra in grado d’intervenire. Quello che non sappiamo è fino a che punto sia informata su quello che sta accadendo e quali siano le iniziative che intende contrapporre. Ammesso che ci sia la volontà (politica) di farlo.
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