Intervistato da Repubblica, lo scrittore Christian Raimo descrive i poligoni come “terre di nessuno dei peggiori incattivimenti”.
Non sono passate inosservate le parole dello scrittore Christian Raimo, già assessore alla Cultura del Terzo municipio di Roma, sui poligoni. Nell’articolo in cui ricostruisce la personalità dell’autore della strage di domenica Fabio Tonacci (Repubblica di ieri, ultimo aggiornamento online stanotte alle 00.37; insieme a Marco Mensurati quattro anni fa fu lui a firmare l’inchiesta sui poligoni) gli chiede infatti un’analisi. E, dopo un parallelo con la vicenda di Luca Traini e le sparatorie in America, Raimo attacca. I poligoni, dice, “possono essere terre di nessuno dei peggiori incattivimenti, posti maschili, virilisti, violenti”.
È evidente che al Tsn di Roma qualcosa non abbia funzionato. Allo stesso tempo è però evidente che: 1) si tratta di circostanze grazie a Dio rarissime; 2) le domande che è inevitabile porsi, e da cui possono scaturire anche interventi normativi, riguardano semmai le procedure di sicurezza, certamente non l’etica o la personalità “maschile, virilista (qualsiasi cosa voglia dire), violenta” di chi li frequenta.
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