La custodia dev’essere costante: il Consiglio di Stato s’è espresso sugli obblighi di chi detiene armi in casa, soprattutto in presenza di minori.
Chi ha armi in casa, tanto più se convive con minori, deve poter dimostrare di mettere sempre in atto tutte le cautele necessarie a evitare pericoli legati a un loro uso improprio; lo ha ribadito il Consiglio di Stato (sentenza 4755/2022) respingendo il ricorso di un tiratore lecchese cui sono stati revocati sia il porto d’armi sportivo sia la licenza di collezione.
Nella fotografia inviata da sua figlia all’ex marito il loro figlio piccolo stava giocando vicino a un tavolino sul quale era appoggiata, inserita nella fondina, una delle pistole del nonno. Non si può provare che si trattasse di un’arma da softair, come segnalato nel ricorso; e anche se lo fosse bisognerebbe comunque discutere “della sua pericolosità [visto che è] comunque simile, e dunque confondibile, a una delle vere armi presenti nell’abitazione; e una volta in mano al bambino è in grado di sparare proiettili [da softair]”.
Anche se in generale le misure di custodia delle armi erano adeguate, il Tar aveva deciso che l’episodio potesse ragionevolmente portare alla revoca delle licenze. Gli dà ragione il Consiglio di Stato, secondo il quale si tratta di “una violazione grave”; per evitare che finiscano in mano ad altri, tanto più se minorenni, il titolare della licenza deve infatti mantenere le armi sotto una custodia costante.
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