Nello Stato di Washington la polizia è l’unica agenzia di law enforcement non autorizzata a distruggere le armi confiscate. Può soltanto cederle o stoccarle nei depositi
Distruggere le armi può essere un gran problema. Anche quando si parla di armi confiscate dalle forze di polizia. È quanto sta emergendo con forza nello Stato di Washington. La polizia di Stato vuole distruggere le armi confiscate nel corso delle investigazioni. Ma le leggi statali non glielo permettono.
Il divieto di distruggere le armi
Nello Stato di Washington, la polizia rappresenta l’unica agenzia di law enforcement che non può distruggere le armi. Può solo venderle o stoccarle in appositi magazzini. E dal 2014 la polizia ha deciso in via esclusiva di convogliare le armi in luoghi non dichiarati. Al momento si contano circa 300 pezzi confiscati messi al sicuro nei magazzini.
John Batiste, capo della polizia dello Stato di Washington, ha stabilito che le armi confiscate non saranno più messe in commercio.
“Sarebbe terribile se accadesse qualcosa con un’arma che era in nostro possesso e che abbiamo ceduto a un rivenditore autorizzato. Potrebbe finire nelle mani della persona sbagliata”, afferma il capitano Monica Alexander.
L’iter complicato del disegno di legge
E pertanto l’agenzia vorrebbe avere la possibilità di distruggere le armi confiscate. Basterebbe aggiungere un solo rigo alla legge in vigore.
Dell’iniziativa si è fatta promotrice Tana Senn, deputata democrat al Parlamento dello Stato di Washington.
Ma la strada del provvedimento è tutt’altro che in discesa. Il senatore repubblicano Mike Padden, presidente della Commissione Legge e Giustizia dello Stato, si dice contrario alla distruzione delle armi. Il provvedimento rischia di produrre un profitto soltanto per l’industria armiera e di provocare una perdita economica alla Polizia, sostiene Padden. Ecco perché la polizia di Washington sta contemplando la possibilità di tornare a vendere le armi sequestrate, nel caso in cui il provvedimento si arenasse.