Le eventuali aperture sui moderatori di suono per armi lunghe tornerebbero assai utili anche al di fuori del contenimento del cinghiale.
La recente proposta del senatore leghista Francesco Bruzzone sull’impiego dei moderatori di suono segna l’inizio di un a pressing che dovrà auspicabilmente portare alla eliminazione di tale divieto ormai anacronistico. In molti casi questi dispositivi sono perfettamente legali in altri Stati europei, sia per l’attività venatoria sia per il tiro sportivo. In Francia, in occasione del King of 2 Miles 2019, per tiri a lunga distanza il distributore di Tikka e Sako (gruppo Beretta) mise a disposizione armi bolt action equipaggiate di moderatore di suono.
Nella maggior parte dei casi applicati alla volata della canna della carabina, in rari esempi integrati, questi dispositivi servono a diminuire (non ad annullare, non credete a tali scemenze) il riporto sonoro primario. Resta in ogni caso il botto provocato dall’elevatissima velocità del proiettile nell’aria; a meno che non si vadano a usare munizioni subsoniche, che nel calibro .308 Winchester sarebbero vantaggiosamente impiegabili per il cinghiale.
Maggior sicurezza, meno impatto ambientale
La questione è quindi duplice. Da un lato un minore impatto di rumore sull’ambiente, con benefici effetti sulle altre specie presenti; dall’altro una sicurezza maggiore per operatori e cacciatori, che vedrebbero ridotte (non annullate) le possibilità di danni permanenti all’udito. Va da sé che tali aperture sui moderatori di suono per armi lunghe tornerebbero assai utili anche al di fuori del contenimento del cinghiale. Penso al tiro sportivo nei poligoni, che sempre più spesso scontano penalizzazioni per il rumore immesso negli ambienti vicini, in molti casi abitati. Questo costringe a onerosi interventi supplementari di insonorizzazione a carico delle strutture. Penso alla caccia di selezione in genere: disciplina venatoria dove meno rumore si immette nell’ambiente e meglio è per tutti.
Almeno per quanto riguarda le armi lunghe non vedo particolari problemi di ordine e sicurezza pubblica. Una carabina “silenziata” è più ingombrante (meno occultabile) di una standard; e si potrebbe prevedere che tali dispositivi siano soggetti a denuncia obbligatoria, così come già accade per alcune parti di arma come canne di ricambio o di conversione di calibro. Seguiremo le reazioni a questa proposta e vi terremo informati.
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