Intervistato dal canale ufficiale dell’Arcicaccia, il deputato Pd Walter Verini chiarisce quale sia il principio che ispira il suo ddl sulle armi.
Serve a dare un segnale opposto a quello delle destre, a dire cioè che «con più armi in giro c’è meno sicurezza» o, che è lo stesso, «meno armi circolano e più siamo sicuri»: intervistato dal canale ufficiale dell’Arcicaccia, il deputato Pd Walter Verini chiarisce quale sia il principio che ispira il ddl sulle armi a sua firma. Incardinato in commissione Affari costituzionali (relatore Ceccanti) insieme al ddl Magi, in larga parte il ddl non s’applica a chi detiene il porto d’armi venatorio o sportivo; riguarda essenzialmente il porto d’armi per difesa, che Verini curiosamente definisce «porto d’armi a scopo privato». L’intenzione è costruire una società in cui sia possibile «vivere senza armi in tasca»; perché può capitare che chi ha un’arma «prima o poi la usi anche quando non c’è davvero bisogno».
Verini ritiene inoltre che la legge al momento in vigore sia carente sulla tracciabilità delle armi legali; e che sia necessario verificare se i titolari di porto d’armi sportivo frequentino davvero i campi di tiro. Uno dei passaggi più criticati riguarda l’obbligo di avvertire immediatamente familiari, conviventi ed ex quando si acquista un’arma: per Verini serve come «avviso di una minaccia incombente, perché può esserci qualcuno che acquista un’arma per andare ad ammazzare l’ex fidanzata o l’ex moglie». Per verificare i virgolettati basta guardare il video.
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