Unarmi evidenzia il distacco tra la maggioranza della società italiana e lo spirito dei più recenti disegni di legge sulle armi.
Coloro che hanno proposto gli ultimi disegni di legge sulle armi devono chiedersi se, «al di fuori delle proprie bolle e percezioni», siano davvero sicuri che il Paese «senta la questione come prioritaria, o ne sia anche solo vagamente preoccupato»; o se piuttosto «non si tratti di un sentimento nettamente minoritario, che gode semplicemente di una visibilità sproporzionata». È evidente come la pensa Unarmi, già Comitato Direttiva 477, che sottolinea il distacco tra parte della politica e quella che ritiene la maggioranza della società civile.
Il suo convincimento è rafforzato dal fallimento del referendum sulla caccia; non si può non notare che il mondo venatorio, da anni definito «come minoritario e in via d’estinzione», conti un numero di aderenti «pari quasi al doppio» del numero di firme valide raccolte. Per Unarmi è un segno chiaro. «Le opinioni rappresentate come maggioritarie dalla stampa, dal mondo dello spettacolo, dalla politica e da certo attivismo d’assalto» divergono nettamente «dal sentire reale» del Paese. Unarmi assicura che continuerà ad analizzare le posizioni di ogni partito, così che ogni proprietario o appassionato di armi «possa esprimere consapevolmente il proprio voto».
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