Nebbia all’orizzonte anche su questo versante, non a sufficienza martoriato da leggi, leggine e circolari, spesso applicate in modo non uniforme. Gli ultimi proclami della ‘Commissione del disarmo’ (ormai la chiamo così), e la riunione maltese di Firearms United, evidenziano l’inadeguatezza dei propositi.
‘Commissione del disarmo’ perché tutti abbiamo capito che non centra nulla con il terrorismo, visto che il killer di Berlino sembra aver vagato indisturbato per mezza Europa, attraversato per intero la Francia, fino ad arenarsi alla stazione di Sesto San Giovanni (Mi), dove era ucciso in un conflitto a fuoco con le nostre Forze dell’ordine. Questi sono “fatti” che centrano con il terrorismo; i “propositi urgenti” della Commissione europea no!
Caricatori, dicevo; si tenta di denunciarli (d’obbligo per quelli ad alta capacità) e non sempre si riesce nell’intento (alcune stazioni di Polizia e Carabinieri hanno programmi… incompatibili).
Nel frattempo tutti continuano a prendersela con un componente che non è tracciabile, e secondo la direttiva 2008/51/Ce (e il nostro dl n° 204/2010) non è neppure una parte essenziale di arma. Una crociata contro qualcosa che si compra con uno smartphone e una postepay. Assisteremo a una involuzione? Divieto di vendita, necessità del porto d’armi, matricola sui caricatori?
Intanto sembra che vogliano cambiare ancora le regole sulla capacità dei caricatori, che da noi restano cinque colpi (arma lunga) e 15 colpi (arma corta). Ci prenderanno per esaurimento, non so che altro dire; con esenzioni per gli sport del tiro sulle quali nessuno dice nulla, e la confusione regna sovrana.
Come scrivevo sul numero di gennaio 2017 di Armi Magazine, e come stigmatizzato durante il convegno di Malta, la parte più incredibile (una barzelletta) è la connessione tra capacità del caricatore inserito nell’arma (forse lo dovremmo inserire altrove…) e classe di appartenenza della stessa.
Pare che un fucile semiautomatico B-7 sia destinato a restare – appunto – di categoria B, ma se per caso ci infilate un caricatore da 20 colpi diviene di categoria A, per tornare magicamente in categoria B una volta rimosso. Stiamo scherzando? Alla faccia della certezza del diritto, perché questi scherzano con il fuoco: un’arma di categoria A è vietata!
Nel frattempo i caricatori da 20 e più colpi, fino a 29 per la prassi istituzionalizzata su suggerimento del nostro Banco nazionale di prova, continuano ad esistere, ad essere venduti, e detenuti.
Si potranno ancora usare? Quali rischi si prefigurano se vi beccano con uno di questi dentro la carabina? Staremo a vedere.
Gli unici che a Malta non hanno perso l’occasione di puntualizzare sono stati gli svizzeri, rappresentati da Jean-Luc Addor. In pratica hanno detto che queste sono tutte “bullshit” (in americano suona meglio), che loro non ci stanno, e sono pronti a una tornata referendaria per confermare quel che tutti sappiamo: in tema di armi, a casa loro comandano loro.