Nata per il Tiro dinamico e presenza costante nei poligoni, la Tanfoglio P21 L cal. 9×21 Imi ha tutte le carte in regola per primeggiare nelle gare della International Defensive Pistol Association che, pur essendo attività ludico-sportive, simulano scenari operativi
Nella grande famiglia di quello che, per comodità, chiameremo action shooting, ci sono molteplici attività di tiro sempre basate su diligentia, vis, celeritas, ma fra loro differenti a seconda di come sono coniugate le quote ludica, sportiva e marziale, che forse sarebbe più corretto definire “pratica”, poiché fa riferimento all’uso dell’arma in un contesto diverso da quello del campo di tiro. Semplificando il discorso, si potrebbe dire che siamo di fronte a un intervallo che ha, a un estremo, il Tiro operativo vero e proprio e, dall’altro, il Tiro dinamico sportivo, che è poi il “vecchio” Tiro pratico, nato come attività ludico-marziale e oggi attività sportiva a tutti gli effetti. Così come accade nel Tiro a volo, dove alle discipline olimpiche (Trap e Skeet) si affiancano altre attività di tiro meno lontane dalla caccia (Sporting), anche nel mondo dello action shooting ci sono tiratori che hanno voglia di divertirsi e possono pure impegnarsi a fondo, ma preferiscono armi meno connotate come puri attrezzi da tiro e formati di gara più collegati al “pratico”. Un gruppo piuttosto folto di questi tiratori è costituito da coloro che praticano l’Idpa (International Defensive Pistol Association), sport che simula scenari di difesa personale e di scontri a fuoco e che si adatta al tiratore nuovo o medio, eppure è al tempo stesso divertente, stimolante e appagante anche per i tiratori esperti. I fondatori svilupparono lo sport in modo che i tiratori potessero usare buffetteria e armi pratiche. Una persona interessata ad iniziare l’Idpa può spendere una somma minima per l’equipaggiamento ed essere ugualmente competitiva. Queste righe sono in corsivo perché riprese dal messaggio di benvenuto del sito https://idpaitalia.net, website di informazione e servizio per tutti i club e i tiratori che si cimentano o vogliono cimentarsi con le attività di tiro Idpa. Sempre dal messaggio di benvenuto, apprendiamo che le armi Idpa sono raggruppate in sei divisioni:
- Stock Service Pistol (Ssp) – pistole semiauto cal. 9 o maggiore in doppia azione, solo doppia azione o percussore lanciato;
- Enhanced Service Pistol (Esp) – pistole “migliorate” cal. 9 e calibri maggiori, tutte semi-automatiche;
- Custom Defensive Pistol (Cdp) – .45 Acp, solamente semi-auto;
- Compact Carry Pistol (Ccp) – basata su Esp, 4,1 pollici;
- Backup Gun (Bug) – 3,6 pollici, .380 AcpP o maggiore;
- Revolver (Rev) – revolver calibro .38 o maggiore (suddivisa in Stock Revolver ed Enhaced Revolver).
Nell’Idpa gli stage possono iniziare anche con arma in fondina, fondina che deve essere di tipo adatto per il porto sotto agli abiti e talvolta anche risultare nascosta da un capo di abbigliamento. Possono fare eccezione a questa regola appartenenti alle forze di polizia e militari che utilizzino normali dotazioni di servizio. Le armi devono essere caricate con munizioni di tipo normalmente disponibile, e questo significa anche un power factor (Pf) minimo che, per Ssp, Esp e Cdp, è pari a 125. Di fatto il Pf equivale alla Quantità di moto e viene calcolato moltiplicando peso del proiettile in grani per velocità in piedi al secondo diviso per 1.000. Nel calcolo del punteggio non esiste divisione tra major e minor caliber mentre ha rilevanza il tempo impiegato; sono previsti anche bersagli reattivi e metallici sui quali maggiori Quantità di moto possono talvolta essere di beneficio.
Sono informazioni prese dal regolamento Idpa, che può essere scaricato alla voce Documenti come “Traduzione del Rulebook Idpa 2015 v1.1 (rev. 2.2)”. In questo regolamento leggiamo anche che non è consentita la disattivazione di un sistema di sicurezza previsto dal produttore, e a tale regola va tutto il mio plauso perché in questo modo non si possono eliminare le sicure al percussore con la scusa che peggiorano lo scatto. Le sicure al percussore servono, altro che se servono e possono fare la differenza tra uno spiacevole inconveniente (caduta della pistola) e il disastro.
Altre regole che hanno attirato la mia attenzione sono:
- numero massimo di colpi ad inizio esercizio, a seconda della divisione di appartenenza dell’arma (Ssp ed Esp 10 colpi massimo);
- Ssp con singola a doppia azione, inizio a cane abbassato;
- Esp a singola e doppia azione inizio con canne abbassato o cocked and loaded a seconda della preferenza del tiratore;
- le armi della divisione Ssp possono essere usate anche per la divisione Esp e, in entrambi i casi, il limite di peso con caricatore vuoto inserito è di 1.219 g.
Carte in regola
Oltre alla voce peso avrei potuto riportare anche quelle relative agli ingombri, ma meglio chiudere con l’esegesi del regolamento Idpa e venire al vero soggetto di questo articolo: la Tanfoglio P21 L, pistola semiautomatica ad azione mista con sicura selettiva il cui peso a vuoto (con caricatore) è sotto a quello massimo previsto per le Ssp e le Esp di soli 19 grammi. Questo almeno secondo i dati del produttore, visto che l’esemplare provato ha fatto registrare 1.145 grammi su due diverse bilance. Nata come semiautomatica da Tiro dinamico per le classi Production e Standard, la P21 L è ottima anche per il tiro di poligono in generale e ha tutte le carte in regola per essere una regina dell’Idpa. Da bravo sparacchiatore di lungo corso – e sperimentatore – ho sempre avuto un occhio di riguardo per la precisione del tiro, per la robustezza e la durata di un’arma tutto acciaio, ma è stato solo parlando con degli amici che mi sono reso conto delle potenzialità che la P21 L ha per le gare Idpa.
Il suo quadro complessivo può essere riassunto in breve: finitura cromata con superfici laterali lucidate a mano, canna con rigatura semipoligonale, cane alleggerito, sicura maggiorata con comando duplicato sui due fianchi, pulsante sgancio caricatore maggiorato reversibile per mancini, guancette in noce “puntinate” sottili, confortevoli e ben grippanti. Personalmente trovo più belle le Tanfoglio cromate piuttosto che brunite, sul piano pratico c’è poi da aggiungere che la cromatura a spessore regge meglio la fondina e gli abusi del porto, è più resistente alla corrosione e richiede minore impegno nella manutenzione. Il “minore impegno” è un pregio anche dalla canna con rigatura semi poligonale, che facilita la pulizia dell’anima e raccoglie meno depositi.
Come “portarla”
Queste pistole hanno una lunga storia di “precisione”, ma la precisione si spreme solo se c’è il “manico” e per essere un bravo tiratore bisogna sparare, sparare e sparare ancora, cosa che richiede un’arma piacevole da usare, robusta, durevole e affidabile proprio come la P21 L. La pistola viene proposta in più calibri, ma per Idpa e uso generale di poligono ritengo che il 9×21 sia da preferire agli altri. Minor rinculo significa ovviamente migliore controllabilità e, a parità di bravura del tiratore, intertempi più ridotti; significa inoltre maggiore facilità nello spremere dalla pistola ciò che la stessa può dare in termini di precisione. Da non dimenticare poi che il bossolo rastremato contribuisce ad aumentare l’affidabilità, mentre il minor costo delle cartucce di fabbrica è un altro indiscutibile vantaggio, vantaggio che peraltro si assottiglia, anche se non scompare, per quelli che ricaricano.
Nelle gare Idpa la pistola si tiene in fondina da cintura, non una di quelle fondine “astronautiche” per gli “attrezzi” da Tiro dinamico, ma una normale fondina per il porto sotto agli abiti, sia essa esterna o da tenere all’interno della cintura e/o dei pantaloni. Chiunque abbia portato la pistola, sa quanto fondina e cintura siano importanti e aiutino a portare comodamente anche un’arma pesante. Ovviamente al “pesante” deve esserci un limite ma, oltre ad avere un peso “sopportabile”, la pistola ottimale dovrebbe essere poco spessa, priva di spigoli (solo curve) e col più basso indice di impigliamento che sia possibile raggiungere. Col suo carrello contenuto nel fusto, la P21 L ha uno spessore massimo (misurato al dust cover) di 25 mm, le sue forme sono abbastanza arrotondate e l’elsa, pur pronunciata, ha una forma che minimizza il rischio di impigliamento negli abiti in fase di estrazione; lo stesso vale per il cane “da corsa” che è privo di “becco” e per le leve di sicura, spesse quanto basta (per la comodità di azionamento), ma ben raccordate.
A generare “impicci” potrebbe essere solo la lama della tacca di mira, che comunque non ha spigoli troppo vivi ed è indispensabile su una pistola sportiva. Il mirino di tipo Patridge ha la faccia posteriore “diritta” e questo potrebbe causare impigliamenti in fase di estrazione, ma con una fondina ben fatta quello è un non problema, mentre la faccia “diritta” aiuta la definizione. La P21 L è di fatto una service pistol con accessori da tiro che non rallenta l’estrazione e non complica l’inserimento, non rischia di provocare impigliamenti, è confortevole anche con fondina inside. Il suo peso, al limite del consentito, può essere ben distribuito e reso non fastidioso da una buona fondina accoppiata a un’altrettanto buona cintura, ma aiuta moltissimo quando si tratta di sparare in rapida successione. E quel peso viene anche dalla realizzazione tutto acciaio, che non guasta proprio quando si tratta di un’arma che sparerà molto e che vogliamo duri nel tempo.
Tutto acciaio
Le doti e le caratteristiche di un’arma discendono dalle scelte progettuali, che nel caso delle Tanfoglio sportive privilegiano il “tutto acciaio”, con fusto microfuso e carrello macchinato da trafilato; questo però non significa che tutte le Tanfoglio di un dato calibro abbiano identico peso e identico bilanciamento in quanto sono presenti varie alternative per quanto riguarda profili e lunghezze di canna, lunghezza del dust-cover, lunghezza e massa del carrello. Complici anche variazioni significative nella morfologia del fusto, i differenti modelli di Tanfoglio sono in grado di esprimere differenti “personalità”, così da adattarsi al meglio ai gusti e alle esigenze dei differenti tiratori. Con un peso a caricatore vuoto di 1.145 grammi, la P21L non è leggerissima, ma il peso non è tale da affaticare il tiratore neppure nelle serie più lunghe di lento mirato; per converso quel “peso” “tiene più ferma” la pistola tra un colpo e l’altro e se si spara molto l’affaticamento complessivo sarà inferiore a quello che potremmo avere con un’arma marcatamente più leggera.
Complici la corretta regolazione delle chiusure e una corsa del carrello di lunghezza adeguata, la canna di 110 grammi e il carrello di 397 concorrono a moderare le reazioni allo sparo, così facilitando godibilità, controllabilità ed affidabilità della pistola. Col caricatore vuoto l’arma è abbastanza appruata, cosa che se favorisce il contenimento dell’impennamento, aumenta l’iniziale sensazione di pesantezza e fa supporre che ne possano risentire le caratteristiche dinamiche. A caricatore pieno, il bilanciamento cambia e l’arretramento del centro di gravità dà l’impressione di avere tutto il peso spostato sulla mano. Quello che non cambia mai è la piacevole sensazione di “gestibilità” della pistola, merito questo anche dell’ottima impugnatura, alquanto sviluppata in altezza e tale da permettere una presa alta e senza problemi anche a chi ha mani gigantesche, pur non creando difficoltà neppure per chi, come l’estensore di queste note, ha mani di taglia medio piccola.
La meccanica
Pur essendo delle bifilari e avendo un telaio metallico dell’impugnatura, le P21 L si impugnano quasi come se fossero monofilari, con confortevolezza e “grippabilità” di alto livello grazie anche all’incavo sotto l’elsa e a quello sotto alla radice della guardia del grilletto. La chiusura geometrica a corto rinculo delle Tanfoglio è di tipo Petter e, come sulle mitiche Sig P210, è abbinata a un carrello che scorre all’interno del fusto su con guide a tutta lunghezza che vanno dalla testata posteriore alla fine del dust cover. Essendo di tipo Petter, la chiusura della Tanfoglio è caratterizzata da canna oscillante che porta sul dorso (davanti alla camera di cartuccia) risalti semilunari di chiusura che attuano in vincolo meccanico impegnando corrispondenti sedi nel cielo del carrello.
Svincolo e attuazione delle chiusure sono ottenuti dall’interazione tra l’alberino dello slide stop e una pista a camme macchinata entro uno zoccolo, collocato sotto alla camera di cartuccia e corredato posteriormente dalla rampa di alimentazione. Canna e carrello sono decisamente ben eseguiti e curati, il carrello porta due serie di intagli di presa, una posteriore ed una anteriore; le fresature, appena inclinate all’indietro, sono di medio spessore, finite senza pecca e rendono agevole lo scarrellamento anche in velocità. Ai fini dell’affidabilità è molto importante l’ottima esecuzione del risalto inferiore del carrello, della faccia otturatrice e dell’estrattore; quest’ultimo è costituito da un gancio sagomato, spinto da una robusta molla e spinato tramite un perno elastico al castello, mentre per trattenere il percussore è utilizzato un sistema a piastrina posteriore tipo Colt Government.
Degno di nota che la piastrina reggipercussore entri agevolmente nella sua sede, ma sia priva di giochi e non si sposti da sola nel caso (in verità improbabile) che il percussore resti bloccato in avanti o tardi a rientrare “in sede” sotto la spinta della sua molla antagonista. La pistola è dotata di sicura automatica al percussore costituita da un pistoncino caricato elasticamente che, quando spinto verso l’alto, interferisce con il percussore stesso impedendone l’avanzamento. Ad arma pronta al fuoco, ma a grilletto non premuto, il pistone è spinto verso l’alto da un’appendice del dente di scatto. Solo al momento dello sparo tale appendice si abbassa ed il percussore viene liberato. Questo sistema ha il vantaggio di non appesantire lo scatto, dato che il grilletto non deve vincere la resistenza della molla della sicura al percussore come avviene in altri progetti.
Sul campo di tiro
Le P21 L sono ben presenti nei poligoni e sui campi di tiro, e chi scrive ha sempre avuta almeno una Tanfoglio tra le pistole da usare: la prova a fuoco è stata quindi condotta giusto per correttezza nei confronti dei lettori a anche per “dimostrare” come l’esemplare provato “digerisca” tranquillamente sia i vari tipi di munizioni del commercio come ricariche equivalenti, anche se corredate di proiettili in lega e/o a testa piatta. Come cartucce del commercio sono state utilizzate le Fiocchi Jtc 123, Jrn 123, Top Target Plus 124 e Black Mamba 100 grani, come ricariche una con proiettile in lega Jrn da 125 grani nominali e una con proiettile Jtc sempre da 125 grani nominali. Le ricariche erano in quantità minima vista la mia scarsa simpatia per i proiettili in lega (forse frutto di decenni di fusione e trafilatura), mentre le cartucce del commercio sono state sparate in ragione di 50 per tipo, per un totale complessivo (ricariche comprese) di 250 colpi, che ovviamente sono filati via lisci come l’olio. D’altro canto non mi aspettavo diversamente perché, nelle Tanfoglio 9×21, ho sparato tutto lo sparabile e mai sono rimasto deluso.
Ringraziamo per la collaborazione l’armeria del Pino di Firenze – http://armeriadelpino.it
Da Armi Magazine gennaio 2016 di Vittorio Balzi
In singola e… in doppia
Alloggiato nel fusto, troviamo il gruppo di scatto a singola e doppia azione, estraibile e caratterizzato dall’avere la molla cinetica, non più a tutta lunghezza e parallela al caricatore come un tempo ma, ormai da diversi anni, simile a quella resa celebre dalle Tokarev, che l’aveva posizionata all’interno del cane. Sulle Tanfoglio, la corta molla è posta in gran parte all’esterno del cane, ed è messa in posizione obliqua contro la parete posteriore del vano caricatore. Questa sistemazione ha consentito di migliorare l’incavo dell’elsa e ridurre il trigger reach anche con cartucce “lunghe”, ma ha resa un po’ meno “liscia” la doppia azione. La corsa del grilletto ha carico costante fin verso la metà, successivamente il carico cresce fino a raggiungere il picco massimo oltre il quale si ha lo sgancio del cane, seguito da una breve corsa a vuoto del grilletto. La doppia azione migliora con l’uso e anche il neofita riesce con un po’ di allenamento a percepire distintamente l’istante in cui il cane è prossimo a sganciarsi. Il passaggio dalla doppia alla singola è rapido e facile, complici la forma arcuata del grilletto, la sua alta velocità di ritorno in avanti e la brevità della relativa corsa di riarmo della percussione. Lo scatto in singola dell’esemplare provato è particolarmente pulito e ben prevedibile, con un carico complessivo intorno ai due chiletti scarsi, parte dei quali, circa 500 grammi, a carico della molla del grilletto nel primo tratto di corsa a vuoto. Il ritorno in avanti del grilletto è particolarmente veloce e, vista anche la brevità della corsa per l’impegno dei piani di contrasto, sono possibili intertempi molto contenuti tra un colpo e l’altro. Con le Tanfoglio è difficile impuntarsi anche sparando molto velocemente; con adeguato allenamento la celerità nella ripetizione del colpo può arrivare a valori altissimi, ma è già alta anche quando si sta iniziando a prendere confidenza con la pistola. La sicura manuale, con leve maggiorate una per fianco (ottime per i mancini e per un uso sportivo nel quale sono previsti esercizi con la mano debole), è uno dei tratti caratteristici di questo allestimento della P21 L; la sicura agisce come quella di tutte la altre Tanfoglio: è facoltativa e non svolge funzione di abbatticane, per cui è possibile tenere l’arma cocked and locked, ovvero con colpo in canna, cane armato e sicura inserita, modalità di pronto al fuoco prevista nella divisione Esp. Sulla P21 L è possibile, ovviamente, anche tenere il colpo in canna e avere cane abbassato (come previsto per la divisione Ssp), per sparare il primo colpo in doppia azione. Il problema è quello di abbassare il cane manualmente su una camera piena, tipico di tutte le pistole ad azione mista con sicura selettiva; per la P21 L c’è da dire che, vista la forma della cresta del cane, è davvero difficile ipotizzare che questo possa sfuggire al pollice mentre lo disarmiamo manualmente. La sicura, inseribile sia a cane armato sia disarmato, blocca positivamente il dente di scatto ed il cane, ma non il carrello; questa sarà però bloccato dal cane se la sicura è inserita a cane abbassato, mentre con la pistola cocked and locked si può manovrare il carrello pur avendo l’arma in sicura. Le leve sono ben dimensionate e non danno fastidio al momento dello sparo, sia che il pollice venga tenuto appoggiato o ripiegato al di sotto; anche la manovra di inserimento e disinserimento risulta agevole e ben percepibile.
Tanfoglio P21 L 9×21 Imi
Costruttore: F.lli Tanfoglio snc, tel. 30.8910623, www.tanfoglio.it
Tipo: pistola semiautomatica con chiusura stabile a corto rinculo di tipo Petter, canna a due gradi di libertà, catena di scatto a singola e doppia azione
Calibro: 9×21 Imi
Caricatore: bifilare a presentazione singola, 15 colpi
Sicure: automatica al percussore, disconnettere, manuale sul fusto che blocca la catena di scatto
Canna: lunghezza 125 mm, 4 rigature destrorse ottenute per brocciatura
Lunghezza: 213 mm
Altezza: 160 mm (alla sommità della tacca)
Mire: tacca di mira micrometrica innestata a coda di rondine; mirino innestato a coda di rondine
Materiali: fusto e carrello in acciaio da cementazione, fusto microfuso e ripreso all’utensile, carrello macchinato da trafilato, finitura cromata
Peso: 1.145 grammi con caricatore vuoto