Il massimo dirigente della Federazione italiana tiro a volo, Luciano Rossi, illustra – in questa intervista – i provvedimenti adottati dal Consiglio federale per sostenere il comparto
Presidente, in che modo si è mosso il Consiglio federale in questi mesi della fase 2?
Innanzitutto mi preme sottolineare che quella dello scorso 4 maggio, indetta dunque nel primo giorno di alleggerimento del rigore della quarantena, è stata la prima riunione dell’Esecutivo della Fitav realizzata in remoto, come si è usi dire nel nostro tempo. Con i colleghi del Consiglio federale ci siamo riuniti in video conferenza e nella storia quasi centenaria della Fitav è stata appunto la prima riunione dell’Esecutivo effettuata in questa modalità. Ma al di là del connotato tecnologico, che potrebbe in realtà aver inaugurato una tipologia di riunione destinata a essere replicata anche in epoche non di emergenza, è altrettanto significativo che il primo provvedimento adottato dal Consiglio sia stato un sostegno pratico alle nostre associazioni.
Sta parlando di un contributo in denaro per tutte le associazioni? Quindi la realizzazione operativa di quel “piano Marshall” che lei aveva invocato e annunciato già nei primi tempi dell’emergenza Covid-19?
Esattamente. E mi sento in dovere di dire, anche a nome dei miei colleghi del Consiglio federale, che abbiamo reso possibile una missione impossibile. L’Esecutivo della Fitav ha dimostrato una unità di intenti granitica e, anche in questa occasione, ha sostenuto le mie proposte con entusiasmo e piena condivisione. In un momento in cui in molti hanno interrotto il flusso economico, la nostra Federazione si è distinta per puntualità ed affidabilità. Un’affidabilità che abbiamo voluto garantire in primo luogo alle nostre 354 associazioni sportive dilettantistiche affiliate a favore delle quali abbiamo deliberato un contributo di solidarietà a fondo perduto di duemila euro per ciascuna realtà. Si tratta di fondi provenienti da economie di bilancio che sono frattanto già pervenuti alle nostre società, immediatamente dopo l’erogazione, grazie all’aiuto dei delegati regionali.
Un gesto apprezzato dalle associazioni della Fitav?
Voglio essere obbiettivo. Si è trattato certamente di un gesto simbolico per le associazioni maggiori, ma sicuramente ha svolto la funzione di sostegno davvero tangibile per la stragrande maggioranza dei sodalizi che, negli oltre due mesi di sospensione dell’attività, ha visto azzerarsi ogni fonte di introito. Che sia stato un gesto apprezzato lo provano le tante testimonianze di gratitudine pervenute a me e ai colleghi del Consiglio.