Il commissario straordinario della Fitds scrive al governo per risolvere l’enigma degli allenamenti durante la fase due dell’emergenza sanitaria.
La Fitds interpella il Viminale per provare a sciogliere uno dei nodi di questi giorni, capire cioè quali spazi lasci la legge (va be’, legge: il Dpcm, le faq e le circolari del governo) agli allenamenti durante la fase due dell’emergenza sanitaria. Perché per gli atleti di interesse nazionale la norma è chiara, via libera. Sul resto si vive di interpretazioni. Il senso della richiesta è: non esiste più il limite che imponeva di allenarsi in prossimità dell’abitazione. Allora fin dove ci si può spingere, visto che la circolare del ministero “ritiene sia consentita […] l’attività sportiva individuale, in aree pubbliche o private” se si rispettano le norme sul distanziamento fisico?
Molti atleti iscritti alla Fitds ma non riconosciuti d’interesse nazionale chiedono se possano riprendere a frequentare le strutture. Il tiro dinamico sportivo si svolge infatti “individualmente, all’aperto e nell’assoluto rispetto della distanza di sicurezza”. Per sciogliere l’enigma, la Fitds ha chiesto al governo un’interpretazione autentica “prima di autorizzare alcuna attività sportiva”. È chiaro che la risposta potrà essere estesa a quegli sport contraddistinti delle medesime caratteristiche.
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