Siamo nel pieno dell’emergenza sanitaria: non cambiano le valutazioni su armi, licenze e Covid-19.
Tutto quanto abbiamo già scritto su armi, licenze e Covid-19 e pubblicato su questo sito e sulle nostre riviste (cartacee e digitali) mantiene la propria validità, stante la perdurante emergenza. Ho potuto leggere che altri media di settore hanno sottolineato le nostre raccomandazioni circa le condotte da tenere e i riflessi che le violazioni possono avere sulle licenze. Meglio così: repetita juvant.
Attenzione a quanto sta succedendo negli Stati Uniti e a non confondere la loro realtà con la nostra. Prendendo a prestito Vasco Rossi, non siamo mica gli americani. Là, negli Stati Uniti, le armerie registrano vendite record di armi e munizioni nelle ultime settimane e sono state considerate attività essenziale ai fini della esclusione dal lockdown – al pari delle farmacie e delle industrie del settore alimentare, che anche da noi continuano a rimanere aperte.
In Italia la situazione è radicalmente differente. Ho letto che alcune questure hanno chiuso l’ufficio armi e raccomandano l’inoltro degli atti per esclusiva via telematica usando la posta elettronica certificata (PEC). Si possono prefigurare situazioni particolari e contingenti che richiedono questo tipo di attività, anche nel periodo dell’emergenza. Tuttavia di norma le armerie sono chiuse (potranno eseguire la vendita online di ciò che si può spedire a casa). Idem per l’attività venatoria e per le strutture ove si può eseguire il tiro sportivo. Tali precisazioni non devono ingenerare false convinzioni.
Armi, licenze e Covid-19: un concetto solo e bello chiaro
Leggo sui quotidiani [Corriere dell’Umbria – 27 marzo] che un soggetto è stato fermato mentre aveva con sé, in auto, una carabina calibro .22 (pare fosse carica). Oltre al reato di porto abusivo di armi gli è stato contestato anche quello di violazione delle norme per il contenimento dei contagi.
Senza arrivare a tale situazione limite, il Gazzettino del Nordest segnala una situazione che fa a pugni con tutto quanto avevamo caldamente raccomandato. Un soggetto era uscito di casa per comprare una pistola. Dopo si è recato in caserma per la denuncia di detenzione ed è stato denunciato lui. Per quanto possa valere: fin dai primi momenti, quando si è delineata l’emergenza, abbiamo raccomandato comportamenti responsabili, anche (soprattutto) da parte di chi detiene armi e possiede le relative licenze. Evidentemente il “restare a casa e uscire solo per motivi più che giustificati” per qualcuno è un concetto duro a comprendere.
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