In attesa di ulteriori adempimenti, il Consiglio di Stato non si esprime sul riordino del Banco nazionale di prova.
Non basta la richiesta del ministero dello Sviluppo economico, il Consiglio di Stato non può esprimersi sul riordino del Banco nazionale di prova finché non avrà acquisito l’assenso (“il concerto”) di Interno, Difesa, Economia e Pubblica amministrazione. Lo si apprende dalla decisione diffusa nelle scorse ore. Il Consiglio di Stato ritiene doveroso attendere che si esprimano i quattro dicasteri coinvolti. Oltre a essere esplicitamente citati dal Mise, i primi due vigilano direttamente sul Banco nazionale di prova il cui riordino avrà inevitabili ripercussioni sull’organizzazione pubblica. Per l’acquisizione del parere vale il principio del silenzio-assenso una volta scaduto il termine di 30 giorni.
Il regolamento sul riordino del Banco nazionale di prova
A inizio dicembre il governo ha approvato la versione preliminare del regolamento che innanzitutto ridefinisce organi e gestione del Banco nazionale di prova. L’obiettivo è “assicurare un’adeguata rappresentanza dei settori produttivi interessati”. Il regolamento consente inoltre al Banco di collaborare con soggetti pubblici e privati per svolgere i suoi compiti istituzionali e definisce la sua autonomia statutaria, organizzativa e finanziaria.
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