Talvolta non è necessario spendere un capitale o dissipare una fortuna per poter iniziare a praticare lo sport del tiro a volo: è il caso del sovrapposto Yildiz Mx Trap cal. 12
Lo sport del tiro a volo, da declinare in ognuna delle sue spettacolari discipline, necessita – per poter essere svolto nella maniera più corretta – di un’attrezzatura specifica. Forse non tanto per il Percorso di caccia, laddove un cacciatore può decidere (e spesso e volentieri accade proprio così) di utilizzare la sua arma, fidata compagna di avventure venatorie, quanto piuttosto per l’ingaggio dei piattelli del Trap, dello Skeet o dell’Elica. In questi settori è difficile improvvisare; si corre il rischio di non riuscire a percepire se l’istinto iniziale che ci ha avvicinato alle pedane sia un qualche cosa di duraturo oppure un’effimera situazione che lascia il tempo che trova. Un minimo di attrezzatura più specifica è quindi richiesta e necessaria, ma all’appassionato si pone di fronte il secondo problema; cosa scegliere e cosa comprare? Le strade si differenziano, ovviamente: vuoi per le possibilità economiche, vuoi per la convinzione che ci accompagna nell’intraprendere questa nuova avventura. Se l’approccio al tiro è ancora allo stato embrionale oppure se la frequentazione degli impianti sportivi è saltuaria, diventa più indaginoso procedere nell’acquisto di uno strumento specialistico che sia particolarmente costoso, in quanto il dubbio di compiere una scelta sbagliata e/o inopportuna è sempre presente. Per tutte le situazioni testé descritte ci può venire in aiuto il fucile oggetto della prova, l’Yildiz Mx Trap. Andiamo a parlarne.
Primo contatto
Il primo approccio con il fucile Yildiz Mx Trap non lascia sconcertati per quanto riguarda l’estetica; siamo di fronte ad un sovrapposto piuttosto in linea con le dimensioni a cui siamo abituati nel recensire i fucili da tiro. D’altro canto, la ditta turca ci ha da tempo abituato a realizzazioni economiche sì, ma non povere in senso assoluto, grazie anche ad una rete di distribuzione in Italia piuttosto presente; senza contare che, nel suo catalogo, vi sono anche fucili di un certo pregio. La bascula in acciaio 4140 presenta una finitura argento vecchio gradevole, sulla quale notiamo una leggera incisione. Quest’ultima è data da un piattello in volo “seguito” da una serie di linee curve che rendono l’idea del movimento e del dinamismo. Subito sotto la scritta identificativa dell’arma, in carattere stampatello maiuscolo. Per ovvi motivi l’incisione non appare particolarmente elaborata, ma non risulta né sgradevole, né abborracciata. Ancora più semplice l’incisione presente sul petto di bascula, dal momento che notiamo soltanto la scritta “Yildiz” e un piccolo rombo con la scritta “TSE”. Il resto è lasciato opportunamente liscio. Un’ulteriore incisione la vediamo sulla faccia ventrale del ponticello e sulla chiave di apertura (piuttosto dozzinale quest’ultima esecuzione). Il ponticello è ampio e di buona fattura, con i bordi spessi e moderni. Anche il monogrilletto è ben realizzato, leggermente più verticale di quanto sono abituato a vedere/sparare; in ogni caso la falange del dito raggiunge facilmente la pala e lo scatto appare ben percepibile. L’arma non dispone di una selezione della catena di scatto, ma non se ne sente la mancanza; nella specialità Trap si spara la prima e poi la seconda canna. Non vi sono eccezioni. Tornando alla zona della codetta di bascula, osserviamo il numero di matricola dell’arma riportato sotto la chiave e un pulsante della sicura correttamente zigrinato. L’azionamento della stessa (che lascia scoperta la lettera “S”) è facile e privo di impuntamenti. La forma della palmetta è tondeggiante e dispone di una zigrinatura su entrambi i lati per un comodo appoggio della falange del pollice. Corretto lo sforzo necessario per aprire il fucile e buona anche la sensazione di resistenza all’apertura/chiusura del sovrapposto.
La calciatura
Interessante la calciatura: siamo evidentemente di fronte ad un legno di noce, tutt’altro che disprezzabile. Anche un profano riesce a percepire che l’Yildiz Mx Trap non esibisce un noce riccamente venato o una radica spettacolare, ma è altrettanto chiaro che l’essenza impiegata può fare “le scarpe” a diverse altre realizzazioni nostrane. Bello il colore, e non è difficile trovare del durame (la parte scura del legno di noce, contrapposto all’alburno, la parte più chiara) lungo tutta la pala. Inoltre le venature sono disposte correttamente in linee parallele alle canne, idonee per facilitare lo smaltimento del rinculo. Ottimo anche il calciolo in gomma a doppia ventilazione, più che adatto nello smorzare le (tutto sommato modeste) reazioni di una usuale cartuccia da tiro. La parte del calciolo a contatto con la spalla è dotata di una serie di linee parallele che migliorano il contatto con il corpo; il logo della Yildiz è naturalmente presente. L’impugnatura è a pistola, come si conviene ad un fucile da tiro; la foggia della stessa possiede una buona curvatura, sì da adattarsi facilmente a mani di diversa grandezza. La zigrinatura, di aspetto classico, mi ha lasciato più di un dubbio sulla sua realizzazione; data la fascia di prezzo avrei giurato che fosse realizzata a laser, ma guardando il fucile non ne sono poi più così sicuro. L’intersezione delle linee non evidenzia quella regolarità sempre costante ed uguale tipica del laser, quindi il dubbio permane. L’impostazione generale del calcio è diritta, quasi “americana”; abbiamo anche la possibilità di regolazione del nasello, che consente ad ogni tiratore (anche quelli in “erba”) di trovare la propria posizione ideale di tiro. Il meccanismo è semplice; con la chiave in dotazione si allentano le due viti Allen all’interno del nasello, si estrae il nasello sino alla posizione desiderata e si serra nuovamente il tutto. Più facile a farsi che a dirsi. La Lop è settata di fabbrica a 375 mm con misure 33/52 mm. L’astina, idonea a un utilizzo in pedana, è più “cicciotta” nella parte centrale e si rastrema nella parte anteriore, offrendo comunque una buona presa alla mano debole grazie anche alla profonda scanalatura che la caratterizza. Stesso discorso fatto in precedenza per la zigrinatura. Lo sgancio dell’astina è affidato ad un comando ad auget, sempre con finitura argento vecchio, come per il resto della minuteria; una bella sorpresa, non sempre riscontrata su fucili di ben altro lignaggio. Il comando è facile da azionare e il dito che esegue il movimento ha buon gioco nel sollevare la leva per praticare lo sgancio. Qualche piccola imperfezione di incassatura (trascurabile) qua e là nei punti di contatto fra bascula e legno.
Canne e meccanica
L’Yildiz Mx Trap ci è stato recapitato con un paio di canne in acciaio 4140 di 76 cm di lunghezza; i tubi sono cromati internamente e dispongono di una camera di cartuccia da 70 mm. Non pensiate che questo aspetto possa risultare riduttivo; la cartuccia da 70 mm è quella classica per tutte le discipline praticabili in pedana e un bossolo magnum da 76 è decisamente fuori luogo. Senza contare che – regola mai troppo scritta e ripetuta – un fucile rende meglio se si sparano le cartucce corrispondenti alla camera di cartuccia. Le canne sono equipaggiate con corti (circa 4 cm) strozzatori interni (cinque in dotazione); una scelta, quella turca, in contro tendenza rispetto a quanto siamo abituati a vedere, con strozzatori da almeno 7, 8 o addirittura 10 cm di lunghezza. Li metteremo alla prova fra poco. Da rimarcare come la chiave per il montaggio/smontaggio degli stessi – realizzata in metallo – sia “basic” ma funzionale e robusta. I tubi sono uniti da bindellini laterali ventilati e sormontati da una bindella superiore da 1 cm di larghezza (tipicamente da tiro), ventilata a ponticelli larghi (14 ponticelli sulle canne da 76 cm di lunghezza) e zigrinata antiriflesso, che termina con un mirino in fibra ottica di colore rosso ben visibile in ogni condizione di luce ambiente. La finitura esterna della canne non è male, ma potrebbe essere perfezionata; passando la mano si avverte qualche rugosità, indice di un procedimento leggermente più grossolano. Naturalmente non bisogna mai dimenticare la fascia di prezzo di acquisto del fucile, prima di lanciarsi in considerazioni avventate. Molto classica la chiusura dell’arma e non ci ha sorpreso, visto che si palesa ai nostri occhi una “gardonese”, a tassello basso su ramponi non passanti il fondo di bascula. Una soluzione perfettamente in linea con la classe dell’arma e che permette di dormire sonni tranquilli a chi investe faticosamente i propri risparmi; niente di trascendentale, ma tanta sostanza e possibilità di regolazione (ripristino nel tempo delle chiusure) in seguito alle fucilate. Il tassello, originante dal fondo di bascula, è robusto e rassicurante. All’interno della bascula si notano tracce di lavorazione (di utensile), ma tutto sommato ampiamente accettabili. L’estrazione dei bossoli spenti è automatica, con i gambi degli estrattori piuttosto sviluppati. Il monobloc su cui si innestano i tubi è finito a bastoncino. Non difetta neppure la bancatura con il giglio di Francia per lo sparo (possibile) di munizioni caricate con pallini alternativi al piombo laddove ne sia vietato l’utilizzo, in combinazione con gli strozzatori 5, 4 e 3 stelle.
Concludendo
Partiamo da una cifra, che poi è quella di acquisto del fucile Yildiz Mx Trap in calibro 12: 1.322 euro, (1.172 euro la versione senza astina sagomata e calcio regolabile al nasello). Qualsiasi altra considerazione non può prescindere da una riflessione sulla cifra; è un prezzo basso in senso assoluto e ci permette di entrare in possesso di un’arma con la quale iniziare a praticare lo sport del tiro a volo con un fucile comunque dedicato alla specialità e non con un ripiego o un’arma adattata. Ritengo che questo sia un grande vantaggio, che consente di capire se la disciplina ci interessa davvero oppure no, senza correre il rischio di errori budgetari drammatici. La dotazione dell’Yildiz Mx Trap è essenziale e prevede i cinque strozzatori, la chiave in metallo, un libretto di istruzioni, la chiave per il nasello regolabile. Il tutto contenuto in una valigetta in Aps idonea al trasporto aereo. Onestamente non si può chiedere niente di più. In estrema sintesi: per sparare con un occhio alla passione e uno al portafoglio.
Produttore: Yildiz, www.yildizshotgun.com
Importatore: Paganini, www.paganini.it, mail@paganini.it
Modello: Mx Trap
Calibro: | 12 | |
Camera di cartuccia: | 70 mm (2 e ¾”) | |
Tipologia d’arma: | sovrapposto da tiro | |
Sistema di chiusura: | a tassello basso su ramponi non passanti il fondo di bascula | |
Carcassa: | bascula in acciaio 4140 con leggere incisioni in tema con la specialità | |
Canne: | in acciaio trilegato 4140 | |
Lunghezza canna: | 76 cm (esemplare in prova) | |
Grilletto: | monogrilletto non selettivo | |
Estrattori: | automatici | |
Strozzatori: | interni, cinque in dotazione; Cylinder, Improved Cylinder, Modified, Improved Full e Full | |
Bindella: | da 1 cm di larghezza, ventilata a ponticelli larghi e rabescata antiriflesso | |
Mirino: | in fibra ottica di colore rosso | |
Sicura: | a cursore sulla codetta di bascula | |
Calciatura: | in legno di noce turco di gradazione standard con impugnatura a pistola. Nasello regolabile. Calciolo in gomma a doppia ventilazione. Astina da tiro sagomata con sgancio ad auget lungo | |
Peso (appross.): | 3,7 kg circa | |
Prezzo: | 1.322 euro (versione con nasello regolabile) |