Tikka T3 Lite Adjustable: spartana ma ricca di accorgimenti funzionali al buon esito del tiro, la bolt action finlandese si colloca nella cosiddetta fascia primo prezzo. Ma i suoi contenuti tecnici e la sua precisione sono da prima della classe
Semplice strumento o elemento di distinzione? La domanda è antica e riguarda tutti noi. Non solo come cacciatori ma come uomini, e donne, che per praticare le nostre attività dobbiamo fare affidamento su un medium, un mezzo che collega l’intenzione con il suo esito. È una domanda che ci poniamo nel momento di acquistare un’autovettura, scegliere il nostro abbigliamento, cambiare casa. È l’amletico dubbio di chi si trova a scegliere tra la funzionalità del mezzo e, stante la sua efficacia, altre caratteristiche in grado di codificare uno stile, aggiungere un valore ulteriore alla scelta, costruire l’immagine pubblica che intendiamo darci. Ogni mezzo che ci accompagna porta con sé dei significati, è politica, parla di noi, svela qualcosa della nostra personalità, ci definisce.
Al netto dell’uso che il medium deve assolvere, avremo quindi la possibilità di condire la nostra scelta con considerazioni che ne oltrepassano la funzionalità. Di questo, di bisogni indotti che anticipano la domanda, di messaggi subliminali che lavorano sull’accettabilità sociale e la riconoscibilità dell’individuo, vive il marketing. E vive anche l’economia di mercato come si è affermata nel mondo occidentale.
Quando si debba provvedere all’acquisto di un’arma, sarà abbastanza scontato partire dalla sua tipologia e selezionare successivamente una serie di caratteristiche tecniche che l’accompagnano, il calibro come una delle tante. Un processo lineare di scelta dovrebbe portare, una volta individuate queste esigenze, a spostare l’attenzione sull’allestimento. C’è chi è fedele a un marchio, chi ama le finiture di lusso, chi propende per la funzionalità senza indugiare particolarmente sulla veste di presentazione. Impossibile dire chi sia nella ragione e chi nel torto. Qui, di torti, non ce ne sono; l’unico cui riusciamo a pensare è quello di chi scelga il proprio strumento sulla base di considerazioni estranee alla funzionalità venatoria mettendo a rischio un abbattimento pulito.
Prime sensazioni
Quando abbiamo preso in mano per la prima volta la carabina Tikka T3 Lite Adjustable ci sono rimbalzate nella mente tutte queste considerazioni. Dopo aver provato e apprezzato carabine di pregio, funzionali e curatissime anche sotto l’aspetto stilistico, la Tikka ci sarebbe potuta sembrare poca cosa. Il suo scarno calcio sintetico, la semplicità meccanica, l’essenzialità della sua dotazione potevano indurre un pregiudizio che abbiamo voluto subito allontanare.
Tikkakoshi Oy (Tikka significa “picchio” nella lingua finnica) è stata un’azienda finlandese indipendente fondata nel 1893 e dal 1918 attiva nel settore della produzione armiera. Varie vicende societarie l’hanno portata, nel 1983, a essere acquisita da Sako (altro marchio finlandese attivo dal 1921 nella produzione di armi), che a questo punto diventa Sako-Tikka; nel 1989, la dirigenza Sako ha provveduto alla chiusura dell’impianto produttivo dell’affiliata trasformandone il marchio in una linea della propria gamma e trasferendone i macchinari nell’impianto di Riihimäki da cui prendono vita le sue armi.
Sako, a sua volta, viene acquistata nel 2000 dalla holding Beretta che, in questo modo, implementa la propria offerta commerciale con due linee di carabine da caccia dotate di caratteristiche molto differenti tra loro. Il produttore gardonese, infatti, non snatura la filosofia di Sako (che produce carabine alto di gamma) e Tikka (specializzata invece nella realizzazione di armi essenziali ed economiche), investendo ingenti capitali sui processi produttivi così da portare entrambi i brand al vertice delle rispettive fasce di riferimento.
Più avvezzi allo stile Sako, ci siamo avvicinati a quello Tikka con grande curiosità. La carabina testata nella stagione venatoria 2015 l’abbiamo richiesta al produttore in un calibro specifico per il capriolo ma, nonostante questo, ci siamo trovati a utilizzarla con soddisfazione anche al cinghiale. A prima vista colpisce la calciatura TrueBody di semplice fattura in polimero (polipropilene) rinforzato con fibre di vetro. Il calciolo in gomma consente l’inserimento di spaziatori, anch’essi in polimero, che ne permettono l’allungamento.
Dispone di aree a grip differenziato nelle zone di presa e di un interessante poggiaguancia regolabile in altezza che scorre su due guide e si blocca in posizione agendo su un pomolo posto sul lato destro della pala. L’ausilio si dimostra efficacissimo nel tiro con ottica perché alza il punto d’appoggio della guancia del cacciatore. Siccome la T3 Lite è disponibile anche in allestimento con azione mancina, la calciatura prevede la possibilità di spostare sul lato sinistro il sistema di blocco.
Uno per tutti, tutti per uno
L’azione è in grado di ospitare una vasta gamma di calibri, sia lunghi che corti che magnum procurando così quell’uniformazione industriale che contribuisce, insieme ad altre semplificazioni, a contenere il prezzo della carabina nei 1.500 euro; mentre i primi modelli Tikka erano forniti con azioni di 2 lunghezze differenti, ora l’azione è unica ed è semmai il tragitto dell’otturatore a essere limitato nel caso delle cartucce più corte.
Ciò permette di proporre nella gamma T3 una scelta virtualmente infinita di caricamenti, un’altrettanto ampia varietà di allestimenti e un range di prezzi che parte da una cifra di poco superiore ai 1.300 euro e non supera i 2.300 dei modelli più curati. Gli allestimenti sono 19, in legno e in polimero, a destinazione venatoria così come pensati per il tiro a lunga distanza o gli impieghi tattici tipici del law enforcement.
L’otturatore dispone di due alette che disimpegnano la culatta mediante una rotazione di 70° del manubrio; sulla sua faccia sono presenti la generosa unghia deputata all’estrazione del bossolo e il pistoncino elastico che funge da espulsore. Il corpo del componente è realizzato in acciaio e la sua particolare conformazione garantisce uno scorrimento molto fluido nonostante qualche gioco. La sicurezza è garantita da una sicura manuale a due posizioni, situata a destra; quando attivata garantisce il bloccaggio tanto dell’azione di scatto che dell’otturatore; ad arma carica, un piolo colorato di rosso protrude dalla coda dell’otturatore. Lo sgancio del percussore è garantito da un sistema di scatto a tempo singolo, registrabile tra gli estremi di 1 e 2 chilogrammi (per la verità sarebbe dalle 2 alle 4 libbre ma, per approssimazione, possiamo azzardare questi valori nel sistema metrico-decimale) con l’impostazione di fabbrica che si attesta sui 1.500 grammi.
Le regolazioni possono essere eseguite tramite il vano del caricatore mediante un registro con testa a brugola di passo europeo da 2,5 mm; l’azione è più agevole rimuovendo la calciatura, operazione semplice. Il grilletto presenta delle scanalature verticali per migliorare la superficie di contatto ed è protetto da un ponticello in lega leggera.
All’autonomia della T3 provvede un caricatore estraibile monofilare, in resina, che presenta i fianchi lavorati per migliorare la presa anche quando l’utente indossi i guanti. Garantisce un’autonomia variabile a seconda dei calibri disponibili: .204 Ruger, .222 R, .223 R, .22-250 R, .260 R, 7mm-08 R, .308 W, .270 WSM, .300 WSM, .25-06 R, 6,5×55 SE, .270 W, 7×64 mm, .30-06, 8×57 IS, 9,3×62 mm, 7 mm RM, .300 WM, .338 WM oltre, ovviamente, al nostro .243 W. Venti in totale, quindi.
Tra gli altri elementi caratterizzanti la T3 Lite compare una canna in acciaio al cromo-molibdeno. Nel calibro .243 W è lunga 570 mm e presenta 6 rigature con un passo di 10 pollici.
Sopra all’azione è ricavata una slitta da 17 mm in grado di accogliere i più vari attacchi con relativi anelli. Chi sceglie gli attacchi proprietari Optilok opera probabilmente la scelta migliore in quanto sono stati sviluppati da Sako proprio per questa tipologia d’arma; realizzati in acciaio, hanno una superficie interna concava che permette di frapporre tra l’anello e il tubo dell’ottica una sorta di guarnizione pensata per mantenere la saldezza del vincolo e risparmiare la superficie esterna del cannocchiale da eventuali graffi causati dagli anelli. Per di più, la base presenta un piolo che va a collocarsi in un recesso ricavato nella slitta garantendo il vincolo e quell’inamovibilità del sistema che potrebbe essere altrimenti messa in discussione dal rinculo causato dai calibri maggiori. Le basi Optilok sono disponibili in 4 altezze mentre gli anelli lo sono in due diametri (30 mm e un pollice) così da accomodare qualsiasi ottica commerciale.
Sako, oltre a produrre basi e anelli Optilock, fornisce una gamma completa di munizioni, disponibili in 35 calibri e un totale di circa 100 caricamenti che includono 12 tipologie di palle tra proposte tradizionali, monolitiche e atossiche; una app, disponibile per terminali iOS e Windows, funge da calcolatore balistico che il cacciatore può portare sempre con sé.
Abbiamo provato la T3 Lite Adjustable sia al poligono che a caccia, ricavandone un’opinione più che positiva. La precisione è fuori discussione, l’allestimento efficace sia sul banco della linea di tiro che in altana, le finiture semplici ma ideali per resistere alle intemperie e a un uso rude. Questa T3 non sarà forse la carabina da portarsi dietro per strappare commenti invidiosi ai colleghi cacciatori, ma è un’arma efficace che non ha nulla da invidiare a modelli più raffinati e costosi. Viva la funzionalità.
Produttore: Tikka
Modello: T3 Lite Adjustable
Tipo: carabina bolt action
Calibro: .243 Winchester
Lunghezza canna: 570 mm
Lunghezza totale: 1.080 mm
Organi di mira: assenti, slitta porta ottica
Caricatore: 3 colpi
Sicure: manuale a 2 posizioni
Materiali: calciatura in polimero rinforzato
Peso: 2.800 g
Prezzo: 1.439 euro
www.beretta.it / 030-83411