Con un’analisi puntuale e dettagliata l’Unione degli armigeri italiani contesta il servizio delle Iene sui possessori di armi.
Il servizio delle Iene sui possessori di armi strumentalizza vicende drammatiche e gravissime ma fortunatamente isolate e ripropone i soliti stereotipi per i quali chi detiene il porto d’armi è un pericolo per la società. Unarmi non si tira indietro e commenta così l’inchiesta di Matteo Viviani andata in onda negli scorsi giorni.
L’associazione nata dai lombi del Comitato Direttiva 477 evidenzia sei punti critici all’interno del servizio delle Iene sui possessori di armi.
1) Viviani prende in considerazione i dati forniti dalle associazioni disarmiste, “quindi ideologicamente coinvolte”, anziché studi terzi come quello de La Sapienza.
2) Tra i presunti 51 morti per armi da fuoco legalmente detenute vi è inserito di tutto, dagli atti eutanasici o compassionevoli agli incidenti fino ai delitti commessi con armi d’ordinanza o armi sottratte al detentore senza che vi sia omessa custodia. Lo dimostra l’analisi ragionata del database di Opal.
3) I numeri sono incoerenti. Si comincia parlando di porto d’armi per tiro a volo, ma poi si considerano tutte le licenze.
4) Le Iene presentano il porto d’armi sportivo come la via più breve per acquistare armi.
5) La percentuale di chi frequenta attivamente il poligono non può essere tratta dal numero di iscritti alle federazioni: non tutti i tiratori sono tesserati.
6) Si svilisce l’iter per la concessione del porto d’armi. Le Iene sottintendono che ottenerlo sia una pura formalità sia sul piano medico sia su quello di pubblica sicurezza. È errato inoltre affermare che la revoca del porto d’armi sia di fatto impossibile e che una volta concesso non ci siano più controlli.
Unarmi: le Iene megafono mediatico del disarmo
Il programma, nota Unarmi, “si fa megafono mediatico delle associazioni per il disarmo dei cittadini”. L’associazione è chiaramente solidale con le vittime dei delitti mostrati nel servizio e reclama controlli efficienti, ma condanna ogni generalizzazione e la criminalizzazione di 4 milioni di persone il cui tasso criminogeno reale è sostanzialmente pari a zero (<0,001%). “Gettare continuamente discredito sui detentori legali di armi invocando restrizioni meramente proibizionistiche”, chiude Unarmi, non è “in alcun modo utile alla risoluzione delle problematiche esposte”.
Il servizio delle Iene sui possessori di armi: il senso della narrazione
Giusto qualche frase tratta dal servizio (titolo “Killer con armi legali”) per chi non ha voglia di guardarselo per intero. «L’impressione è che i controlli sanitari nel loro complesso siano estremamente superficiali». Ancora: «le armi da fuoco legalmente detenute sono quelle più usate per gli omicidi in famiglia», fonte Opal. La nuova Direttiva armi consente di portarsi a casa «un vero e proprio arsenale». E «una volta ottenuta la licenza è piuttosto complicato poterla revocare». Le Iene chiedono di poter intervistare la ministra dell’Interno Lamorgese. Chissà che non accetti e spieghi loro come funziona davvero.