Le associazioni di settore hanno deciso di darsi un piano d’azione comune per contrastare il possibile divieto di munizioni in piombo.
Le associazioni europee di settore, Anpam in testa, fanno blocco contro il possibile divieto di munizioni in piombo. La posizione è netta, “il piombo non è sostituibile se non rinunciando ad aspetti fondamentali nella sua applicazione balistica”. Perché al momento “non esistono materiali che possano prenderne il posto su larga scala”. Il tungsteno costa infatti di più, ferro e rame, afferma l’Anpam, non garantiscono pari prestazioni.
La strategia comune è stata messa a punto nel convegno organizzato a Bruxelles dal World Forum on Shooting Activities; la rete di contatti conta oltre 100 associazioni sportive, venatorie e legate alla produzione di armi e proiettili.
Il divieto totale avrebbe conseguenze catastrofiche, a livello economico e di sicurezza, per chi opera professionalmente nel settore del tiro. Ne è convinto Mauro Silvis, segretario esecutivo del Wfsa. Peraltro secondo le stime dell’International lead association solo l’1,4% del piombo in circolazione è utilizzato per produrre munizioni.
Munizioni in piombo: Stefano Fiocchi presenta i dati
Un eventuale divieto di munizioni in piombo «comporterebbe perdite nell’ordine di 1,6 miliardi di euro l’anno nel settore, per un totale allargato di circa 3 miliardi di euro». Stefano Fiocchi, presidente Anpam, mette in guardia dalle possibili conseguenze del bando. «In Europa si otterrebbe una riduzione di circa il 37% dell’intero fatturato» prosegue, ossia «6,7 miliardi di euro nel settore e un totale di quasi 15 miliardi di euro considerando anche l’indotto» A rischio anche «145.000 posti di lavoro in Europa, 20.000 dei quali in Italia».