Chi disturba intenzionalmente e illecitamente i cacciatori è soggetto a una sanzione amministrativa fino a 3.600 euro
Il disturbo venatorio può costare fino a 3.600 euro. Almeno in Veneto. Lo stabilisce la nuova norma presentata da Sergio Berlato (Fratelli d’Italia) e approvata dal Consiglio regionale. Con 26 favorevoli, il voto contrario dei 5 Stelle e l’astensione di tosiani e Pd, l’assemblea ha approvato le sanzioni per chi disturba cacciatori e pescatori. È punito chi, “intenzionalmente e illecitamente, pone in essere azioni di disturbo contro l’attività e piscatoria”.
Le critiche di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sulla legge che sanziona il disturbo venatorio
Molto critico Andrea Zanoni. L’esponente democratico considera le sanzioni sproporzionate, considerando che “un cacciatore che spara troppo vicino a una strada o ad un’abitazione paga una multa compresa tra i 200 ed i 600 euro. Mentre chi per sbaglio disturba la caccia deve pagare dai 600 ai 3.600 euro”.
I consiglieri del M5S considerano eccessivo il tempo dedicato alla caccia dalle istituzioni venete. I 5 Stelle considerano il vero problema gli incidenti di caccia e non il disturbo venatorio. “Non servono altre leggi”, commenta Simone Scarabel, “servono strumenti per evitare gli incidenti di caccia. Come delle app che segnalino quando una persona si sta avvicinando a un appostamento fisso o a un’area in cui si svolge attività venatoria”.
Berlato difende la legge sul disturbo venatorio
Per difendere il provvedimento, Berlato ha convocato una conferenza stampa in cui evidenzia come siano stati strumentalizzati alcuni aspetti. Ma il presidente della Terza Commissione ha ribadito che le sanzioni non vanno a colpire “coloro che vivono la natura in pace e serenità”. Posso stare tranquilli “escursionisti, biker, agricoltori, boscaioli, bambini che corrono in un prato o che giocano vociando tra gli alberi”. Le multe sono destinate a chi “intenzionalmente vorrà impedire l’esercizio di attività lecite quali la caccia e la pesca”. La polizia dovrà valutare caso per caso l’intenzionalità del disturbo. L’obiettivo della legge, ha specificato Berlato, è “bloccare i criminali che agiscono in gruppo e individuano soggetti isolati, cacciatori o pescatori spesso anziani, e li aggrediscono”. Rimane ovviamente la possibilità di manifestare la propria contrarietà nei limiti della legge.
E ha respinto anche le accuse che laTerza Commissione si occupi solo di caccia. “Su 113 provvedimenti licenziati”, ha concluso Berlato, “solo 8, 5 sulla caccia e 3 sulla pesca, riguardano questi argomenti. Si tratta del 7%, anche se si tratta di tematiche che spesso suscitano passioni irrazionali che creano sensazionalismo”.
Il plauso della Confavi per la legge sul disturbo venatorio
Soddisfatte ovviamente le associazioni venatorie, a partire dall’Associazione Cacciatori Veneti – Confavi, da sempre vicinissima a Berlato. Il consigliere, ha affermato la presidente Maria Cristina Caretta, “restituisce ai cacciatori del Veneto un altro pezzo della loro dignità”. Con questa legge, continua Caretta, “viene confermato il principio che in uno stato di diritto nessuno può opporsi o ostacolare un’attività lecita” per la quale i cacciatori pagano una tassa. “L’unico rammarico”, conclude la Confavi, deriva dall’astensione dei tosiani, visto che “Flavio Tosi continua a ricoprire il ruolo di presidente regionale della Federcaccia”.