La Cassazione si è pronunciata sul ricorso di un cittadino lombardo, condannato dalla Corte d’Appello per possesso di armi da guerra. Aveva installato un silenziatore su una pistola 7,65.
L’apposizione di un silenziatore non è sufficiente a trasformare le armi comuni da sparo in armi da guerra. Lo ha stabilito la Cassazione con la sentenza 23488 che accoglie il ricorso contro la Corte d’Appello di Milano. L’arma oggetto del caso in specie è altamente offensiva – per clandestinità, potenziale cinetico e apposizione di silenziatore, per quanto nato per il softair e modificato con una filettatura che consentisse l’innesto sull’arma. Ma tutto ciò non porta a una differente qualifica. Una vera arma da guerra ha infatti spiccata potenzialità offensiva ed è destinata al moderno armamento delle truppe. Il secondo criterio è peraltro da intendere in senso relativo, come astratta possibilità di impiego da parte delle truppe nazionali ed estere per l’impiego bellico.
Non basta dunque un silenziatore a mutare la qualifica di un’arma comune da sparo: sentenza annullata e rinviata per nuovo giudizio.