Maria Cristina Urbano, presidente Associazione italiana vigilanza e servizi fiduciari, prende posizione sul ddl Lollobrigida che disciplina l’impiego delle guardie giurate all’estero. Il provvedimento è ora in discussione in commissione Affari costituzionali.
L’Associazione italiana vigilanza e servizi fiduciari appoggia il ddl Lollobrigida (Fratelli d’Italia) che intende disciplinare l’impiego delle guardie giurate all’estero. È quanto emerge dalla nota rilasciata da Maria Cristina Urbano, presidente Assiv, che ha assunto una posizione netta sul progetto di legge presentato alla Camera lo scorso ottobre e assegnato da pochi giorni alla commissione Affari costituzionali. La Urbano sottolinea come al momento le aziende italiane che fanno base all’estero debbano ricorrere a personale inglese, russo, israeliano o cinese «per difendere uomini e produzione».
Due i rischi che ne derivano. Innanzitutto la rinuncia dell’Italia a un mercato che «a livello mondiale vale 200 miliardi». E poi la possibilità che aziende estere entrino in possesso di dati sensibili sul nostro Paese. In più, aggiunge, l’impiego di guardie giurate all’estero potrebbe generare un interessante «sbocco lavorativo per militari di carriera in congedo». Ecco perché la presidente Assiv auspica che altri gruppi parlamentari possano convergere sul ddl.
Il ddl Lollobrigida sull’impiego delle guardie giurate all’estero
Il ddl presentato dai deputati Lollobrigida, Deidda e Ferro intende autorizzare e disciplinare l’impiego delle guardie giurate all’estero. I servizi di vigilanza privata, è l’articolo 1 del ddl, “possono essere svolti con l’impiego di guardie giurate destinate alla protezione delle merci e dei valori delle imprese pubbliche e private operanti in territorio estero ogniqualvolta ne sia ravvisata la necessità in relazione ai livelli di rischio dell’area in cui tali imprese operano”. L’articolo 4 intende disciplinare detenzione, porto, importazione ed esportazione delle armi comuni da sparo.