Dopo compromessi e qualche prova di forza, è stato raggiunto l’accordo politico tra Parlamento europeo, Commissione e Consiglio sulla riforma della Direttiva armi.
C’è l’accordo politico preliminare tra Parlamento europeo, Commissione e Consiglio sulla Direttiva armi. Lo comunica la Commissione Juncker, dalla quale era scaturita la proposta di emendare il testo in vigore.
Le istituzioni europee stanno infatti lavorando per rendere più difficile acquisire legalmente alcuni tipi di armi da fuoco. E poi si tentano di ottenere migliori tracciabilità delle armi e cooperazione tra gli Stati membri. Con l’obiettivo di ridurre il dirottamento verso mercati illegali. Tra le mille polemiche e le critiche di chi ritiene punitivo e non risolutivo il provvedimento.
I contenuti della nuova Direttiva Armi
L’accordo politico provvisorio conserva gran parte delle proposte originarie della Commissione. Rimane il divieto di trasformare armi automatiche in semiautomatiche. Rimangono l’inclusione di collezionisti e musei nel campo di applicazione della direttiva. E restano anche la regolamentazione delle vendite su internet e delle armi disattivate. Così come si incentiva un maggior scambio di informazioni tra gli Stati membri.
La posizione della Commissione europea sulla Direttiva armi
Jean-Claude Juncker parla di “un accordo ambizioso che riduce il rischio di sparatorie o attacchi terroristici con armi legalmente detenute”. Senza però considerare che raramente, per non dire quasi mai, sono questi i canali di approvvigionamento delle armi. E comunque il presidente della Commissione non nega che avrebbe voluto “andare oltre”. In ogni caso si dice fiducioso che “l’attuale accordo rappresenti una pietra miliare nel controllo delle armi nell’Unione Europea”.
La Commissione si rammarica però del mancato accordo su altre parti della proposta iniziale. L’esecutivo propendeva infatti per il divieto assoluto di armi semiautomatiche e di armi d’assalto per i collezionisti privati. Non c’è l’accordo inoltre per ridurre a 10 colpi la capacità massima dei caricatori delle armi semiautomatiche.
I prossimi passaggi istituzionali
L’accordo politico è stato confermato dai rappresentanti permanenti degli Stati membri dell’Unione europea. Adesso è soggetto a conferma della Commissione per il mercato interno del Parlamento europeo. Dopo la verosimile approvazione, si passa in aula e poi alla ratifica definitiva da parte del Consiglio dei ministri europeo.