La vicenda che riguarda le carabine Izhmash Saiga 9 cal. 9×19 mm ha avuto origine qualche settimana fa ma ha acquisito negli ultimi giorni – sui siti internet e sui social – sempre più rilevanza, perché sembra prospettare un sequestro su ampia scala (vedi Zastava M76).
Per avere qualche ragguaglio, abbiamo avuto un colloquio informale con l’avvocato Fabio Ferrari, che difende l’utente dal quale è partita l’indagine da parte della procura della Repubblica di Varese. Secondo l’avvocato, sono emerse inesattezze nel modo di raccontare il fatto: al momento non è stata contestata – al detentore della Saiga 9 – l’alterazione di arma (anche se esiste la possibilità che la contestazione possa avvenire in seguito, visto che l’indagine è appena iniziata): a questo proposito esisterebbe una relazione del Banco nazionale di prova che, riferendo sulle misurazioni operate sull’arma sottoposta a sequestro, non parlerebbe di modifiche o alterazioni eseguite dal detentore (che, sostiene sempre il legale, non risulta essere l’unico indagato). Secondo queste misurazioni, l’arma perderebbe le caratteristiche di arma lunga e verrebbe assimilata a un’arma corta, con tutte le implicazioni del caso. Secondo il legale, quello che sta succedendo in questi giorni, ovvero la procedura di sequestro a livello nazionale, potrebbe essere finalizzato a un mero controllo di corrispondenza delle caratteristiche delle armi (già vendute o in vendita) con quelle descritte nelle rispettive classificazioni.
Vi aggiorneremo nei prossimi giorni sugli sviluppi del ‘caso Saiga 9’.