La Regione Marche tenta ancora di superare una sentenza della giustizia amministrativa, rendendo di nuovo possibile la caccia nelle zone Rete Natura 2000.
Caccia nelle zone Rete Natura 2000, nelle Marche si cambia un’altra volta. Nel corso del dibattito in aula, il presidente della Regione Luca Ceriscioli ha chiarito come la legge nuovamente modificata dal consiglio reintroduca l’attività venatoria nelle zone coinvolte. È l’ennesimo capitolo di una vicenda che ormai va avanti da settimane. L’intervento dell’amministrazione arriva dopo la sentenza del Tar che aveva sospeso la caccia nelle zone Rete Natura 2000 dando seguito all’ordinanza del Consiglio di Stato. Nel mezzo, il provvedimento della giunta regionale che superava la prima sentenza. Al momento quindi siamo al quinto atto: norma – ordinanza del Consiglio di Stato – nuova norma – ordinanza del Tar – altra nuova norma.
Nel comunicato diffuso dalla Regione, si legge che Ceriscioli si dice sicuro che la legge «non verrà dichiarata incostituzionale dalla Consulta». Perché poggia «su presupposti lineari, coerenti e chiari». La nuova legge permette di «ripristinare la condizione che ha permesso ai cacciatori e al mondo agricolo di trovare l’equilibrio necessario per controllare la fauna e difendere il lavoro nei campi». Di fatto, l’amministrazione regionale giustifica il provvedimento con «l’emergenza cinghiali»: senza un intervento, si lascerebbe «mezza regione in proliferazione». Ma di sicuro la storia non finisce qui. Anche perché non più tardi della scorsa settimana il Tar aveva escluso la gestione del cinghiale, prevista da uno specifico piano di controllo, dai motivi per tutelare la caccia nelle Zone Rete Natura 2000