È saltata l’assemblea straordinaria che aveva l’obiettivo di sfiduciare il presidente della Federazione di tiro dinamico sportivo. E ora Antonio Perrone affida le proprie riflessioni a una lettera aperta.
Passata la bufera, il presidente della Federazione di tiro dinamico sportivo rivendica i successi della nuova governance. E non si tira indietro dinanzi all’accusa di presunta “pericolosità”, se con pericolosità si intende la volontà di dare un taglio ad alcuni residui negativi del passato. Antonio Perrone ha affidato le proprie riflessioni a una lettera aperta, dopo gli eventi che hanno fatto saltare l’assemblea straordinaria richiesta da alcuni presidenti con l’obiettivo di sfiduciarlo. Il numero uno della Fitds ha annunciato di aver atteso l’approvazione del bilancio 2017 da parte del Coni prima di mettere nero su bianco le proprie riflessioni.
I contenuti della lettera aperta di Antonio Perrone, presidente della Federazione di tiro dinamico sportivo
Perrone si dice “amareggiato” per l’iniziativa che ha visto venir meno “l’armonia all’interno di compagini sportive”. Ma rivendica quanto realizzato, sotto il profilo sia economico sia sportivo, dal consiglio da lui presieduto. Concedendosi anche due riserve. La prima sull’abbandono precoce di coloro che hanno effettuato il corso per l’avvio all’attività sportiva. È dimostrato, scrive Perrone, “che oltre l’80% di coloro che hanno effettuato il corso Bronzo 3000 non ha partecipato ad alcuna gara”. Dato che risulta difficile pensare che “un tiratore, dopo aver speso non pochi quattrini […] possa immediatamente cessare di fare quell’attività sportiva, la situazione è attentamente monitorata e valutata”.
Il secondo motivo di rimpianto è legato alla mancata liberalizzazione delle cartucce 9×19 Parabellum nel recepimento della Direttiva armi. Non è stato possibile ottenere questo risultato “nonostante una pressante azione” e “nonostante che il mondo intero la utilizzi”. Anzi, anche “diverse sentenze della Corte di Cassazione hanno ritenuto che non possa qualificarsi da guerra”.
Fin qui le parole del presidente della Fitds. Ora bisognerà vedere se e come i presidenti che gli si oppongono, e la cui spallata è al momento fallita, risponderanno.