Il ddl sulla riforma della legittima difesa potrà essere emendato dall’aula del Senato. Da adesso la commissione Giustizia non lavora più per preparare un testo al quale l’assemblea possa dire solo sì o no. È la differenza tra discussione in sede referente e sede redigente.
Cambia la procedura: la riforma della legittima difesa sarà discussa dalla commissione Giustizia del Senato in sede non più redigente, ma referente. Detto altrimenti: il testo che uscirà dalla commissione sarà discusso in aula articolo per articolo, non votato soltanto nel suo complesso. Lo hanno richiesto i senatori Grasso (LeU), Unterberger (autonomie), Cucca (Pd), Valente (Pd) e Cirinnà (Pd). E, visto che i 5 rappresentano più di un quinto dei 23 componenti della commissione, il presidente ha dovuto applicare l’articolo 36 del regolamento del Senato, che in questo caso prevede la normale procedura per i disegni di legge in esame.
È stato Cucca a motivare la richiesta. Su temi delicati come la riforma della legittima difesa è opportuno un dibattito più ampio di quello consentito in sede redigente.
Balboni, di Fratelli d’Italia, ha rimarcato come una discussione approfondita “non possa nuocere alla trattazione del disegno di legge”, ribadendo però la necessità di procedere in tempi brevi. Al leghista Ostellari, presidente della commissione, è stato conferito il mandato di redigere un testo unico che rappresenti una sintesi delle diverse proposte.
Il tweet di Pietro Grasso sulla riforma della legittima difesa
Pietro Grasso ha espresso la propria soddisfazione con un tweet: “Non si scherza con le armi, né con le leggi”, scrive l’ex presidente del Senato. “Prima di mettere mano – frettolosamente e male, a giudicare dai testi della maggioranza – a un tema così delicato abbiamo ottenuto che per la legittima difesa si discuta e si possa emendare in aula, tornando alla procedura normale”.