La prima commissione di Montecitorio ha espresso un sì condizionato alla proposta del relatore, il leghista Gianluca Vinci, sul decreto di recepimento della Direttiva Armi. Lo schema viene approvato con una serie di correzioni e suggerimenti.
La commissione Affari costituzionali della Camera ha detto sì, con una serie di osservazioni, allo schema di decreto legislativo sul recepimento della Direttiva armi. Nel dettaglio si parla di “approvazione del parere favorevole con osservazioni” formulato dal relatore, il leghista Gianluca Vinci. Sono per l’appunto le osservazioni che potrebbero correggere alcuni tra i punti più discussi del decreto, emanato dal governo Gentiloni quando era in carica solo per l’ordinaria amministrazione. Si è detto che potrebbero: quando il governo agisce nel quadro di una legge delega, il parere della commissione non è vincolante. Ma non bisogna dimenticare che negli ultimi mesi il colore della maggioranza è cambiato. E che, come ricordato da Vinci e ribadito in commissione dal sottosegretario all’Interno Stefano Candiani, il governo si è impegnato a tenere conto delle osservazioni formulate.
Le osservazioni della commissione Affari costituzionali
sul recepimento della Direttiva Armi
La commissione chiede innanzitutto di eliminare il divieto di vendita di armi per corrispondenza. La direttiva europea prevede solo un controllo sull’identità dell’acquirente e, nel caso, sul possesso dei titoli.
Per quanto riguarda il numero massimo di munizioni acquistabili, il parlamento ritiene che debba essere definito dal ministero dell’Interno e non dall’autorità provinciale di pubblica sicurezza. Ciò serve a evitare differenziazioni sul territorio nazionale.
La prima commissione di Montecitorio considera inoltre necessaria la soppressione dell’informativa obbligatoria ai conviventi, nel caso di acquisto di un’arma.
È proposta inoltre l’interconnessione tra le banche dati dei detentori di armi e quelle del servizio sanitario nazionale. Deve essere reso possibile un controllo immediato, qualora insorgesse una patologia incompatibile col possesso di armi.
Dalla commissione Affari costituzionali arriva poi la richiesta di uniformare la catalogazione di armi con quella degli altri Stati membri dell’Unione europea. Per farlo, è opportuno recepire integralmente l’allegato I alla Direttiva 477, che divide le armi nelle categorie A, B e C. Deve essere il Viminale a controllarne l’immissione sul territorio nazionale. Ciò, si legge nel parere approvato, anche al fine di chiarire l’interpretazione per collezionisti e tiratori sportivi.
A proposito dei collezionisti: il parlamento suggerisce al governo di consentir loro la detenzione di armi di categoria A6 e A7.
La commissione propone inoltre l’istituzione di apposite licenze per il trasporto di armi conto terzi. Le armi di categoria A dovranno essere trasportate soltanto da guardie giurate specializzate.
In più: le norme sulla custodia delle armi devono essere omogenee su tutto il territorio nazionale.
Infine, i commissari consigliano al governo di valutare l’introduzione nel decreto di disposizioni sulla tracciabilità delle armi da sparo a modesta capacità offensiva.