La Corte costituzionale ha deciso per l’incostituzionalità della legge 1/2017 del Veneto che puniva con sanzioni da 600 a 3.600 euro chi si rendeva protagonista di disturbo all’attività venatoria. La norma viola la competenza esclusiva dello Stato in tema di sanzioni destinate a mantenere l’ordine pubblico. Sergio Berlato (Fratelli d’Italia), promotore del provvedimento, promette che il partito presenterà la norma in parlamento.
Le Regioni non possono legiferare, né tantomeno imporre sanzioni, in tema di disturbo all’attività venatoria. Si ha a che fare non con la caccia (e la pesca, nel caso in specie), ma con l’ordine pubblico e la sicurezza. E pertanto, ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione, lo Stato ha competenza esclusiva. Lo ha stabilito la Consulta dichiarando incostituzionale la legge 1/2017 della Regione Veneto, promossa da Sergio Berlato (Fratelli d’Italia). L’iter si era avviato dopo il ricorso del governo Gentiloni, allora in carica. Con la sentenza 148/2018 cade dunque la multa da 600 a 3.600 euro per chi si rende protagonista di disturbo all’attività venatoria.
Esulta il consigliere regionale Andrea Zanoni (Partito Democratico), deciso oppositore del provvedimento. È «un sonoro ceffone a Zaia e Berlato che promulgano e propongono leggi indecenti e incostituzionali». Per Zanoni è «una vittoria della civiltà sulla barbarie giuridica e costituzionale» e sul «mondo alla rovescia».
Ma Berlato non demorde. Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, presidente della Terza commissione, promette che il partito presenterà «la stessa identica legge» in parlamento.