È stata pubblicata ieri la sentenza, motivazioni comprese, dell’udienza risalente allo scorso gennaio. La settima sezione penale della Cassazione definisce i limiti della norma sull’incauta custodia di armi.
Accogliendo il ricorso di un cittadino pugliese, la Corte di Cassazione definisce un altro po’ il perimetro della norma sull’incauta custodia di armi. Ossia: per chi non è coinvolto professionalmente nel settore bastano “le cautele che […] possono esigersi da una persona di normale prudenza” secondo ciò che accade più spesso. In generale, per il privato cittadino non esiste alcun obbligo “di adottare particolari sistemi ed efficienti misure di difesa contro i furti in abitazione”. Peraltro, custodire i fucili in un casolare di campagna ben chiuso non rappresenta, in sé, una violazione della norma sull’incauta custodia di armi. Per valutarlo, bisogna anche considerare quanto le modalità di custodia impediscano a chi frequenta l’abitazione di entrare in possesso dell’arma in modo “facile e diretto”. Del resto, nel caso in specie i reati contestati sono stati considerati prescritti.