Intervistato a “La vita in diretta estate”, l’ex questore di Firenze e Roma spiega come si dovrebbe reagire alla crescente richiesta di sicurezza dei cittadini italiani. Ecco la posizione del prefetto Tagliente su armi e porto d’armi.
Il possesso di un’arma non può «mai essere considerato una soluzione», ma soltanto l’extrema ratio: è questa la posizione di Francesco Tagliente su armi e porto d’armi. Tagliente, ex questore di Firenze e Roma ed ex prefetto di Pisa, è intervenuto sul tema a La vita in diretta estate. Secondo Tagliente bisogna peraltro distinguere tra detenzione e porto d’armi. La detenzione può rappresentare un sistema per sentirsi più tranquilli quando si vive in una realtà isolata. Ma per il porto, commenta, «sarei più attento e prudente». C’è il rischio che ci si possa infilare in situazioni di pericolo maggiore.
L’ex questore di Roma sviluppa poi la propria riflessione con un post su Facebook. La risposta alla “voglia di armarsi” è rappresentata da una diversa politica della sicurezza. Spirito di coesione interistituzionale, diffusione dei risultati conseguiti, impegno “politico, giudiziario e diplomatico” per garantire la certezza della pena. È così che, secondo Tagliente, si risponde alle crescenti esigenze di sicurezza dei cittadini. La soluzione non può passare dal maggior ricorso alle armi. Non si può delegare ai semplici cittadini, scrive Tagliente, la tutela della sicurezza attraverso le armi. “Né si può consentir loro di farsi coinvolgere in un’idea di maggior sicurezza che [però] nessun’arma, in mani non competenti, può dare”.