Maria Cristina Caretta ed Emanuele Prisco (Fratelli d’Italia) chiedono al ministro dell’Interno Matteo Salvini di chiarire i campi d’applicazione dell’articolo 43 del Tulps. Sul piatto dunque la perimetrazione dei criteri ostativi al rilascio del porto d’armi.
La discussione pubblica sui criteri ostativi al rilascio del porto d’armi si arricchisce di un nuovo capitolo. Maria Cristina Caretta ed Emanuele Prisco, deputati di Fratelli d’Italia, hanno infatti presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro dell’Interno Matteo Salvini. I due parlamentari chiedono che siano chiariti i campi d’applicazione dell’articolo 43 del Tulps, della cui legittimità costituzionale è stata investita la Consulta. La Caretta e Prisco sostengono peraltro che, sulla base della recente giurisprudenza, in caso di riabilitazione le condanne per reati ostativi possano essere valutate discrezionalmente, non in modo vincolante. «Se un giudice decide che il cittadino è in pari con la giustizia, non si capisce perché non debba godere della pienezza dei diritti garantiti a tutti i cittadini».