Può rappresentare una violazione del testo unico la custodia delle armi in mobili a cui possono accedere anche altri familiari. Tanto più se non sanno che cosa si trovi all’interno e sono “imperiti nel maneggio” delle armi.
Riporre i fucili in un guardaroba che utilizzino anche altri familiari “impauriti dalle armi e imperiti nel loro maneggio” può configurare l’incauta custodia di armi. Tanto più se i familiari, nel caso la madre, non sanno che cosa si trovi nell’armadio. Lo ha stabilito la settima sezione penale della Cassazione pubblicando le motivazioni della sentenza che dichiara inammissibile il ricorso di un cittadino di Salerno. L’uomo era stato condannato dal tribunale a un’ammenda di 200 euro per la violazione dell’articolo 20 bis del testo unico. E la Cassazione, respingendo il ricorso, ha alzato a 2.000 euro l’ammenda, perché la doglianza è stata generica e mal espressa.
Di fatto, la legge punisce chi viene “meno al dovere di impedire l’impossessamento delle armi da parte di soggetto che non è in grado di maneggiarle adeguatamente”.