Il testo del decreto legislativo sulla Direttiva Armi è stato approvato in via preliminare dal consiglio dei ministri.
In quella che potrebbe essere la sua ultima riunione nella sala del consiglio dei ministri, il governo Gentiloni ha approvato, in via preliminare, il decreto legislativo che dà seguito alla Direttiva armi dell’Unione europea. Oltre a introdurre un sistema certo di tracciabilità delle armi e definire specifiche norme tecniche per la loro disattivazione, il decreto legislativo sulla Direttiva armi introduce il concetto di arma camuffata, ossia di “qualunque arma fabbricata o trasformata in modo da assumere le caratteristiche esteriori di un altro oggetto”, vietandone assolutamente il commercio e l’utilizzo sul territorio nazionale. La durata delle licenze di tiro a volo e di caccia scende da sei a cinque anni; quinquennale anche l’obbligo di certificazione medica per i detentori d’armi. Chi richiede il nulla osta all’acquisto di armi “o ne abbia a qualunque titolo la disponibilità” deve produrre un’autocertificazione con cui dichiari di aver avvisato i familiari conviventi maggiorenni.
Le reazioni – Maullu: “Ultimo sgradevole regalo a italiani”
Parole di fuoco da Stefano Maullu, europarlamentare di Forza Italia, che fa registrare la prima reazione al decreto legislativo sulla Direttiva armi. «Anziché dedicarsi con anima e corpo alla riforma della legittima difesa, un tema che interessa da vicino migliaia di italiani, il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legislativo che introdurrà norme più stringenti per i titoli di acquisizione e controllo delle armi, arrendendosi definitivamente alla sciagurata direttiva europea 477», ha dichiarato l’eurodeputato azzurro. «Si tratta dell’ultimo sgradevole regalo di un governo fallimentare che ha prodotto soltanto disastri, portando ondate di immigrati che continuano a minacciare la sicurezza delle famiglie e dei piccoli imprenditori. Con questo decreto, il governo uscente ha dimostrato ancora una volta la propria siderale lontananza dai bisogni reali della gente, dalle loro esigenze più elementari».