“Se un mariuolo entra in casa tua invece di sparargli in bocca, come meriterebbe, sei costretto a offrirgli un caffè altrimenti vai dritto in galera”: il direttore di Libero chiede con urgenza una riforma della legittima difesa anche prima che si risolva la crisi di governo.
Anche in assenza di un governo, per approvare “un provvedimento sacrosanto” come la riforma della legittima difesa “non c’è bisogno di un premier”: basterebbero le Camere che “viceversa amministrano le poltrone e se ne infischiano del popolo bove che ispira un mite sentimento di pace e di vigore suicida”. Parola di Vittorio Feltri che, nella sua Sprangata, identifica in una norma finora “tabù per l’Italia” la priorità della diciottesima legislatura. Per il direttore editoriale di Libero le resistenze a riformare l’istituto della legittima difesa sono da ricercare nelle colpe della sinistra che, da anni, “in caso di contenzioso tra cittadini onesti e farabutti fa il tifo per i secondi e li protegge”: secondo Feltri i progressisti “sono persuasi che i criminali siano vittime della società, delinquono in quanto furono ammalati da piccoli e trascurati (da genitori poveri), abbandonati, sfruttati e umiliati da noi borghesi abbienti”. Pertanto “non vanno né affrontati con le armi né condannati bensì compresi e perdonati. Loro hanno il diritto di derubarti e di spaccarti la testa; se reagisci, non hai facoltà di proteggerti con una elegante pistola”. Così, prosegue Feltri, “se un mariuolo entra in casa tua invece di sparargli in bocca, come meriterebbe, sei costretto a offrirgli un caffè altrimenti vai dritto in galera”. Le attuali leggi della Repubblica, che “tutelano i manigoldi” mentre “puniscono severamente coloro che osano premere il grilletto allo scopo di non farsi sopraffare”, sono ingiuste, conclude Feltri, e sovvertono “la logica applicata all’esistenza”. Urge riforma, anche prima che si sciolga la lunghissima crisi di governo.