Le licenze di porto d’armi rilasciate in Basilicata sono salite del 46% in trentasei mesi. E il Sindacato polizia penitenziaria rilancia la legge di iniziativa popolare sulla legittima difesa.
+46% in tre anni è un dato che fa pensare. A tanto ammonta l’incremento di licenze di porto d’armi rilasciate ai cittadini della Basilicata. E Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato polizia penitenziaria, si dice tutt’altro che sorpreso. Secondo i vertici del Spp che mettono in relazione l’incremento di licenze di porto d’armi con la crescente domanda di sicurezza, la proposta di legge di iniziativa popolare sulla legittima difesa rappresenta una priorità di cui le nuove Camere devono tenere conto, “cancellando ritardi e sottovalutazioni del parlamento appena sciolto che l’ha insabbiata”. Nella nota rilasciata dal sindacato, Di Giacomo riferisce di registrare grande interesse sul tema da parte dei cittadini incontrati sui territori: «vogliamo essere portavoce della forte domanda di legalità. Di fronte a una criminalità sempre più aggressiva, occorre aggiornare le norme esistenti collegandole alle nuove domande di sicurezza dei territori, in particolare quelli più esposti agli assalti di una criminalità sempre più violenta e sfrontata». La legge di iniziativa popolare sulla legittima difesa, sottoscritta da 2.300.000 cittadini rappresenterebbe «un deterrente molto più forte verso quella categoria di criminali dediti a furti e rapine nelle nostre abitazioni, che non dovranno mai più beneficiare di alcuna scappatoia giuridica che sarebbe ingiusta e beffarda».