Davanti ai microfoni di Repubblica TV Giuseppe Sozzo, dirigente scolastico dell’istituto vicentino balzato in cima alle cronache del fine settimana, difende la scelta della scuola.
«La scuola fa conoscere un’attività sportiva diversa, meno nota e meno praticata, che torna alla ribalta solo in caso di competizioni nazionali, mondiali o olimpiche». Ai microfoni di Repubblica Tv Giuseppe Sozzo, preside dell’istituto Almerico da Schio di Vicenza, torna sul caso aperto dalla segnalazione del consigliere regionale Pd Andrea Zanoni: nell’ora di educazione fisica, alcune classi partecipano a lezioni di tiro a segno presso il poligono locale. «Se qualche studente ci chiede di non provare la pistola, non lo facciamo sparare: è ovvio». Intervistato da Francesco Gilioli, il dirigente scolastico segnala come non esista alcun legame tra l’attività sportiva scolastica e «ciò che potrebbe accadere all’esterno: diversamente dovrebbero essere temuti anche i corsi di boxe». In chiusura di servizio Paolo Dotti, l’insegnante di educazione fisica che ha proposto l’attività, rifiuta decisamente qualsiasi ipotetico parallelismo con le sparatorie nei college americani: «in America si parla veramente di armi e [gli studenti] vanno a comprarsele: qui nessuno va a comprarsi niente perché non si può». In più, si tratta di «strumenti ad aria compressa, che tra l’altro prima dei 18 anni uno non può comprarsi», completamente diversi dalle «armi che possono offendere: si tratta di semplici strumenti di precisione».