Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di un cittadino romano al quale nel 2009 fu revocato il porto d’armi dopo un esposto del padre.
Una situazione familiare particolarmente conflittuale può giustificare la revoca del porto d’armi uso caccia. Lo ha stabilito il Tar del Lazio con una sentenza emessa qualche minuto fa: i magistrati hanno respinto il ricorso di un cittadino romano al quale nel 2009 fu tolto il permesso di portare l’arma dopo un esposto in cui suo padre “lamentava la circostanza che il figlio avesse manifestato comportamenti aggressivi e minacciosi nei confronti dei genitori, arrivando anche allo scontro fisico”. Anche in assenza di profili penali, le liti in famiglia possono portare la prefettura a optare per l’inaffidabilità del titolare di porto d’armi.