Federcaccia Piemonte, Enalcaccia, EPS, ANLC hanno scritto all’assessore Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Piemonte sollecitando la riapertura della caccia, ove era stata chiusa a seguito degli incendi che hanno devastato la regione, in considerazione delle mutate condizioni climatiche.
Comunicato congiunto associazioni venatorie riconosciute Federcaccia Piemonte, Enalcaccia, EPS, ANLC
Spettabile assessore Giorgio Ferrero,
in relazione a quanto riferito dai presidenti di CA e ATC convocati il 31 ottobre, e in considerazione delle mutate condizioni climatiche, le scriventi associazioni venatorie riconosciute chiedono la revoca del recente provvedimento di sospensione dell’attività venatoria che ha interessato alcuni CA e ATC delle province di Torino e Cuneo.
Tale provvedimento infatti, adottato senza un supporto tecnico-scientifico che lo potesse giustificare, ha determinato un grave danno e una discriminazione a carico di migliaia di incolpevoli cacciatori, e questo proprio nel pieno della stagione venatoria, oltre a mettere a rischio la stabilità economica di Comprensori alpini e Ambiti territoriali di caccia, che così potrebbero vedersi costretti a restituire il denaro agli associati che hanno già pagato per quote di ammissione e capi.
Inoltre l’interruzione dell’attività venatoria, su un’area molto più estesa di quella realmente interessata dagli incendi, inevitabilmente comprometterà il raggiungimento dei piani di prelievo degli ungulati già approvati dalla Regione stessa, oltre a rendere problematica la questione sul fronte danni agricoli, dove il mancato abbattimento di cinghiali da parte dei cacciatori potrebbe aggravare una situazione assai precaria.
Le significative precipitazioni delle ultime ore e le previsioni di altre in arrivo nei prossimi giorni, oltre ad aver scongiurato il pericolo di nuovi incendi, contribuiranno alla bonifica definitiva di quelli già spenti, interrompendo la grave siccità che aveva investita la nostra regione.
Non si ritiene dunque permangano più le gravi condizioni che hanno determinato la sospensione dell’attività venatoria, ragion per cui siamo a sollecitare un pronto intervento degli Uffici competenti, chiedendo un rapido ritorno alla normalità, con l’immediata ripresa della caccia là dove essa è stata sospesa; la stessa delibera regionale ne prevede la possibilità.
Ogni altra dilazione di tempo, o nuove limitazione all’attività venatoria, comprometterebbero inutilmente la stagione in corso, violando quel diritto all’esercizio della caccia che, sino a prova contraria, viene garantito dalle leggi dello Stato italiano.
Ringraziando per l’attenzione, l’occasione ci è gradita per porgere distinti saluti.
Torino, 5 novembre 2017