L’eurodeputato forzista attacca “le enormi banalizzazioni di un establishment culturale-mediatico che non sa di che cosa parla”.
“Non si tratta di Severgnini, bensì dell’establishment culturale-mediatico che rappresenta”. Stefano Maullu (Forza Italia) commenta così la risposta del giornalista a un lettore del Corriere della Sera che aveva difeso l’opportunità di dotarsi di armi per legittima difesa. Maullu, rimasto “di stucco” per le affermazioni del giornalista (“Se qualcuno non vede un collegamento tra il numero di armi in circolazione e queste tragedie è in malafede”), le riconduce alla fonte di “un pensiero unico abituato a generalizzare e a banalizzare. E le sue parole lo dimostrano chiaramente: la sua posizione incarna alla perfezione il solito errore concettuale che criminalizza il mezzo senza andare alla radice del problema, senza nessun tipo di approfondimento”.
L’eurodeputato forzista ribadisce come non esista alcuna correlazione tra omicidi e possesso legale di armi da fuoco e contesta le “pure e semplici banalizzazioni che fanno male alla discussione su un tema ancora tabù per troppe menti illuminate”. Se, “come dice Severgnini, il rischio è che un bambino piccolo scambi un’arma per un giocattolo, che dire dei coltelli da cucina presenti in tutte le case, del gas dei fornelli, del detersivo che può essere scambiato per una bibita dissetante?”.