Firearms United sostiene che le istituzioni europee stiano accelerando sulla riforma del controllo delle armi. E si mette alla testa di una campagna decisa.
Dalla propria pagina Facebook, la rete Firearms United ha lanciato un appello ai propri follower. E ha di nuovo acceso l’attenzione sulla proposta di legge europea che riformi il controllo delle armi.
L’organizzazione sostiene infatti che la Commissione Europea stia spingendo l’Europarlamento perché si allinei alle posizioni del Consiglio. La proposta, che sarà discussa nella riunione IMCO di martedì 29 novembre, non include il divieto di B7. Ma ci sono altri bandi e limitazioni che fanno discutere.
Armi: la proposta dell’Unione Europea e la resistenza di Firearms United
Messa al bando delle armi demilitarizzate, ossia automatiche convertite in semiautomatiche. Limitazione a 20 colpi delle capacità dei caricatori. Limitazione a 5 anni della durata delle licenze di porto d’armi. Rispetto di stringenti canoni psicofisici per il rilascio e il rinnovo del porto d’armi. Ecco, secondo le indicazioni di Firearms United, i punti più problematici della riforma. A cui si contrappongono una serie di richieste precise. Nessuna restrizione sulle B7, sulle armi demilitarizzate e sui caricatori. Nessuna imposizione europea sulla durata del porto d’armi e sui requisiti psicofisici richiesti.
L’organizzazione ritiene che l’accelerazione sia dovuta al “terrore che nasca una NRA europea” che impedisca “il passaggio di restrizioni arbitrarie”. E ribadisce con soddisfazione che “per questo ormai è troppo tardi”.
E nel chiudere il proprio comunicato, Firearms United dichiara la necessità di “contattare di nuovo gli europarlamentari”. Per ricordare loro la conferenza del 16 novembre e l’impossibilità di negoziare sulle richieste citate.