Sull’affidabilità di chi ha ottenuto il porto d’armi

Rottweiler

Parlando di pitbull e cani da combattimento, nella Preghiera pubblicata su Il Foglio di ieri Camillo Langone mette in evidenza i requisiti richiesti a chi è in possesso del porto d’armi.

Parlando di pittbull, nella Preghiera pubblicata su Il Foglio Camillo Langone evidenzia i requisiti richiesti a chi possieda il porto d'armi.
© Tatiana Makotra

Tutto il ragionamento è improntato al paradosso e alla provocazione e quindi destinato a non avere ricadute concrete. Ma c’è un fatto reale che emerge da La preghiera di Camillo Langone pubblicata su Il Foglio di ieri: la consapevolezza che chi ha il porto d’armi è in possesso di una vera e propria patente che ne assicuri i requisiti psichici, ossia “l’assenza di disturbi mentali, di personalità e comportamentali”. La richiesta di Langone è l’obbligo di porto d’armi per chi possiede un pitbull (“o rottweiler o dogo o altre schifosissime razze da combattimento”). Da cui discende la conclusione. “Il problema verrebbe risolto alla radice: a nessuna persona avente i requisiti psichici verrebbe mai in mente di possedere un cane del genere”.

Al di là della parafrasi del paradosso del Comma 22 (“chi possiede un pitbull deve avere il porto d’armi; ma a nessuno che sia riuscito a ottenere il porto d’armi verrebbe in mente di possedere un pitbull”), per una volta chi è legalmente in possesso di armi viene considerato dall’opinione pubblica, o perlomeno da un giornale che dovrebbe contribuire a formarla, non come un pericolo, ma come una garanzia.