Si andrà a processo per eccesso colposo di legittima difesa. Il processo partirà il 28 gennaio.
Difese il collega sparando al culturista che lo aveva aggredito. Ma non basta. Né basta che abbia sparato tre colpi in aria prima di uccidere l’aggressore. M. P., maresciallo dei carabinieri, è stato rinviato a giudizio per eccesso colposo di legittima difesa. Il processo prenderà il via il 28 gennaio davanti al tribunale monocratico di Rovigo. L’evento contestato si è verificato il 29 luglio 2015, nei campi di Sant’Urbano: i due carabinieri si erano recati a casa di Mauro Guerra, trent’anni e due metri per cento chili, per convincerlo a ricoverarsi in psichiatria. Fingendo di acconsentire, Guerra aveva chiesto di poter andare in bagno ed era fuggito dalla finestra. L’inseguimento di un paio di centinaia di metri si era concluso soltanto quando il vicebrigadiere era riuscito a bloccarlo e ad ammanettarlo. Ma Guerra aveva cominciato a prendere a pugni il militare, aiutandosi anche col ferro delle manette.
E allora il maresciallo aveva prima esploso tre colpi in aria e poi, non vedendo nel giovane la volontà di desistere, gli aveva sparato con la Beretta d’ordinanza colpendolo al fianco. Nello sviluppo delle indagini l’accusa è stata derubricata da omicidio volontario a eccesso colposo di legittima difesa. Ora il rinvio a giudizio: il maresciallo rischia una pena massima di sei anni. La famiglia della vittima si è costituita parte civile.