Rinnovo del porto d’armi e condanne: no automatismo

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Archivio Shutterstock / ESOlex

Una precedente condanna non causa obbligatoriamente il mancato rinnovo del porto d’armi. Lo stabilisce la giustizia amministrativa.

Cacciatore tra l'erba: decisione del TAR su mancato rinnovo del porto d'armi
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Il rinnovo del porto d’armi non è negato in automatico, pur in presenza di condanne precedenti. È la decisione del TAR della Toscana, che limita gli effetti della circolare sui motivi ostativi al rilascio. Il TAR ha accolto il ricorso di due cacciatori grossetani ai quali era stato negato il rinnovo del porto d’armi. Come riporta l’edizione locale de Il Tirreno, dopo decenni la questura aveva infine negato il rinnovo del porto d’armi. Il motivo? Le condanne penali ricevute da entrambi in gioventù, negli anni Ottanta. Peraltro già sanate dalla Corte d’Appello di Roma. Uno dei due cacciatori era stato condannato per furto, l’altro per rissa ormai più di venti anni fa.

La sentenza del Tar sul rinnovo del porto d’armi.

La causa è stata seguita dall’avvocato Milena Govi che, dopo il diniego questura-prefettura, è ricorsa alla giustizia amministrativa. E il TAR ha stabilito che “la riabilitazione fa venire meno l’automaticità dell’effetto preclusivo al rinnovo”. Dal tribunale arriva l’indicazione di valutare caso per caso”. È necessario tenere conto “delle condanne passate ma anche di circostanze, modalità dell’azione, gravità del reato e personalità del soggetto”.